Cinghiali, sos in Italia: allevatori e agricoltori in piazza. L’appello di Gasparri

di Marilena D'Elia
Pubblicato il 8 Novembre 2019 - 12:53 OLTRE 6 MESI FA
Cinghiali, è emergenza a livello nazionale: allevatori e agricoltori in piazza. L'appello di Gasparri

Cinghiali in una foto d’archivio Ansa

ROMA – Allevatori e agricoltori contro i cinghiali. Ai manifestanti che si sono radunati davanti a Montecitorio (sede della Camera dei Deputati a Roma) si è unito anche il senatore Maurizio Gasparri, che dice: “Molte aziende, infatti, subiscono ingenti danni dovuti ad una vera e propria invasione che dalla campagna ha ormai raggiunto anche i centri delle nostre città”.

Allevatori e agricoltori in piazza contro i cinghiali.

Slogan e cartelli di allarme come #bastacinghiali e “Difendiamo il nostro territorio”: in piazza a Roma, davanti a Montecitorio, con la Coldiretti, migliaia di agricoltori, allevatori e pastori provenienti da tutta Italia per manifestare contro l’invasione dei cinghiali e più in generale degli animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano greggi e causano incidenti stradali nelle campagne e all’interno dei centri urbani. L’emergenza è per i danni a raccolti agricoli e alle greggi senza contare gli incidenti stradali nelle campagne e all’interno dei centri urbani.

Ad oggi le stime parlano di 200 milioni di danni all’anno al comparto agricolo e di un “bollettino” di diecimila incidenti stradali all’anno causati da animali selvatici con 13 morti nei primi nove mesi del 2019 contro gli undici registrati in tutto l’anno precedente. E il numero di incidenti gravi con morti o feriti per colpa di animali aumentato dell’81% sulle strade provinciali nel periodo 2010-2018, secondo l’analisi fatta su dati del rapporto Aci Istat.

Attualmente nella penisola i cinghiali, è emerso nel corso della manifestazione, sono più che raddoppiati negli ultimi dieci anni, salendo a 2 milioni in Italia con una concentrazione media di un animale ogni cinque abitanti nella dorsale appenninica. Dal punto di vista del sentiment della popolazione il dossier Coldiretti/Ixè sull’emergenza animali selvatici in Italia segnala che oltre otto italiani su 10 (81%) pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti.

Intanto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha annunciato un piano straordinario per garantire la sicurezza nelle città e nelle campagne e presentato un pacchetto di misure, da tradurre in un emendamento alla legge di Bilancio, finalizzato a semplificare le norme che consentano alle Regioni di mettere a punto piani per il contenimento dei cinghiali e della fauna selvatica. Sotto il profilo politico la ministra per le Politiche agricole, Teresa Bellanova ha annunciato dal palco lo sblocco del decreto per il riconoscimento dei danni subiti e “garantito un impegno totale”.

Il leader della Lega Matteo Salvini ha detto invece che “occorre un piano di abbattimento e ridimensionamento dei cinghiali di quella che è ormai diventata una calamità naturale” mentre il presidente della Conferenza Regioni Stefano Bonaccini ha preso l’impegno di fare convocare gli agricoltori in audizione alla commissione Agricoltura perché “l’emergenza va affrontata a livello nazionale”. Infine alcune delle associazioni ambientaliste (Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf) sostengono che “Coldiretti non sta facendo un buon servizio ai suoi associati”. “Proporre – dicono – la caccia come soluzione ai problemi dei danni all’agricoltura vuol dire insistere su una strada sbagliata e fallimentare che fino ad oggi non ha prodotto alcun risultato, anzi è stata parte del problema”.

Gasparri e l’appello sui danni della fauna selvatica.

Anche il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri è intervenuto sulla vicenda: “Questa mattina ho condiviso sul palco della manifestazione degli agricoltori di Coldiretti e con gli amministratori di molti comuni, l’appello a trovare subito una soluzione per i danni causati dalla proliferazione dei cinghiali e della fauna selvatica. Molte aziende, infatti, subiscono ingenti danni dovuti ad una vera e propria invasione che dalla campagna ha ormai raggiunto anche i centri delle nostre città. Una situazione che oltre alla questione economica legata ai mancati introiti dei raccolti per le aziende agricole, ora si estende anche ai problemi per l’incolumità dei cittadini, tra incidenti e aggressioni. Che deve essere risolta con misure decise e non affrontata con ipotesi fantasiose figlie del politicamente corretto”.