Consulta, Pd “impiccato” a Violante, candidato senza voti e senza alternative

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Ottobre 2014 - 10:46 OLTRE 6 MESI FA
Consulta, Pd "impiccato" a Violante, candidato senza voti e senza alternative

Consulta, Pd “impiccato” a Violante, candidato senza voti e senza alternative

ROMA – Consulta, Pd “impiccato” a Violante, candidato senza voti e senza alternative. Per la votazione dei membri laici della Corte Costituzionale siamo giunti alla fumata nera numero 17. Scongiuri a parte l’impasse durerà almeno un’altra settimana quando si ritenterà quella che ormai è diventata un’impresa. Se il Pdl continua a cambiare cavallo in corsa (anche l’ultimo, Caramazza, si è defilato), il Pd resta ancorato al nome di Luciano Violante che però continua a non raccogliere i voti sperati. Per la disperazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ieri al terzo duro comunicato contro un Parlamento che “si autopriva” della facoltà di “concorrere a formare la più alta istituzione di garanzia”.

Dopo l’attacco di M5S, anche il capogruppo Pdl Renato Brunetta chiede un a verifica puntuale dei titoli necessari alla elezione di Violante. Il Pd fa muro difendendo Violante e l’accuratezza con cui è stata verificata la legittimità della sua candidatura. Ma l’insistenza sul nome a questo punto stabilizza l’impasse piuttosto che risolverlo. Liana Milella spiega su Repubblica il vicolo cieco in cui s’è cacciato il Pd:

E Violante? Il Pd, ufficialmente, continua a dire che è l’unico candidato. Quando Brunetta ne chiede la verifica dei titoli («ci copia» lo attacca M5S), il capogruppo al Senato Zanda replica stizzito con un «ce li ha». Ma è evidente ormai che Violante non ce la fa. Per una fronda contraria nel suo partito. Per Forza Italia che non lo sostiene. Per la Lega che non lo vota.

Anche se ieri, proprio sul Carroccio, il Pd pareva ottimista. Un’illusione, come s’è visto. Un’alternativa a Violante? Buone fonti del Pd rispondono: «Cambiare non è facile perché c’è un gruppo di parlamentari abbarbicato su di lui. Se scegliamo un altro, questi non lo voteranno, e andiamo avanti all’infinito…». (Liana Milella, Repubblica)