Coppia gay diventa legge: Unioni Civili, non matrimonio

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Maggio 2016 - 14:35| Aggiornato il 12 Maggio 2016 OLTRE 6 MESI FA
Coppia gay diventa legale: Unione Civile, non matrimonio

Coppia gay diventa legale: Unione Civile, non matrimonio (nella foto, il bacio gay ad Amici)

ROMA – Non è un matrimonio, non consente l’adozione ma la reciproca assistenza sì, non comporta fedeltà, né divorzio (ci si può lasciare dopo tre mesi senza mettere di mezzo gli avvocati), dà diritti ereditari come nel caso delle coppie sposate. La legge sulle unioni civili ha superato l’ultimo scoglio, quello del voto di fiducia: la Camera ha confermato il disegno di legge e il voto finale ha avuto esito positivo con 372 voti a favore, 51 contrari e 99 astenuti. Ma non sarà un vero e proprio matrimonio, almeno dal punto di vista legale-burocratico. E dunque anche tutta la polemica degli ultimi giorni (le parole del candidato sindaco di Roma Alfio Marchini che dice che non celebrerà nozze gay) diventa pretestuosa, visto che non si tratta di matrimoni veri e propri.

Valentina Maglione Selene Pascasi sul Sole 24 Ore ricordano le novità principali:

La strada dell’unione civile resta sbarrata se uno dei due partner è già sposato o ha contratto un’unione civile, se è interdetto per infermità di mente o se è stato condannato per omicidio consumato o tentato nei confronti di chi sia coniugato o unito civilmente con l’altro partner. Inoltre, i due conviventi non devono essere parenti. L’unione civile è certificata dal documento che attesta la sua costituzione, che deve contenere i dati anagrafici dei partner, l’indicazione del regime patrimoniale e della residenza, oltre ai dati anagrafici e alla residenza dei testimoni.

Questa è la parte relativa a obbligo di assistenza ma non di fedeltà:

I partner legati dall’unione civile acquisiscono gli stessi diritti e doveri. In particolare, hanno l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione e sono tenuti, in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo, a contribuire ai bisogni comuni. I partner possono decidere di assumere un cognome comune, scegliendolo fra i loro. Devono poi concordare l’indirizzo della vita familiare e fissare la residenza comune. A differenza di chi si sposa, i partner dell’unione civile non hanno l’obbligo di fedeltà.