Corpo forestale soppresso: 7mila agenti diventano carabinieri. Pioggia di ricorsi

di redazione Blitz
Pubblicato il 12 Gennaio 2017 - 09:40 OLTRE 6 MESI FA
Corpo forestale soppresso: 7mila agenti diventano carabinieri. Pioggia di ricorsi

Corpo forestale soppresso: 7mila agenti diventano carabinieri. Pioggia di ricorsi

ROMA – Il Corpo forestale dello Stato non esiste più, soppresso dalla riforma Madia della pubblica amministrazione, e settemila agenti vengono trasferiti all’Arma dei carabinieri. La riforma dovrebbe portare una maggiore efficienza dei costi di gestione e risparmi fino a 100 milioni di euro in tre anni. Ma si preannuncia una pioggia di ricorsi.

Nel mirino dei ricorrenti c’è il passaggio da un Corpo civile ad un’istituzione militare, ma anche, soprattutto, i trasferimenti: diversi agenti, infatti, verranno spostati a diversi chilometri da casa, anche duecento, scrive Michela Allegri sul Messaggero.

Le critiche riguardano anche certe lungaggini burocratiche: il Corpo forestale è stato soppresso dal primo gennaio scorso, dopo 194 anni, e al suo posto è stato istituito il  Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare dei Carabinieri. Ma diversi agenti si sono dovuti presentare in abiti civili al lavoro perché le nuove divise non erano ancora pronte.

Come sottolinea il Messaggero, “il rischio è che i ricorsi vengano depositati in tempi record, cavalcando i ritardi dei decreti attuativi della legge”.

I settemila ex agenti del Corpo forestale confluiranno per la maggior parte nell’Arma dei carabinieri, assumendo un ruolo militare, ma non per tutti sarà così. Trenta andranno a far parte della Guardia di Finanza, 120 finiranno nel Corpo dei vigili del fuoco, altrettanti andranno a far parte della polizia, dove si occuperanno soprattutto di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica.  

Spiega il Messaggero:

Sono stati selezionati tenendo conto della «frequenza dello specifico corso di formazione di attività di ordine pubblico in assetto e della minore età anagrafica», si legge nella circolare del Viminale che comunica il loro trasferimento nel «Reparto Mobile più vicino alla attuale sede di servizio». La maggior parte di loro verrà trasferita lontano da casa, anche a 200 km di distanza, per raggiungere i reparti mobili situati nei capoluoghi.