Corrado Passera: “Salva Berlusconi di Renzi? Una vergogna”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Gennaio 2015 - 16:05 OLTRE 6 MESI FA
Corrado Passera: "Salva Berlusconi di Renzi? Una vergogna"

Corrado Passera (Foto Lapresse)

ROMA – La legge fiscale “salva Berlusconi”? “Una vergogna”: a dirlo è Corrado Passera, ex banchiere, ex ministro del governo Monti ed oggi leader della nuova formazione di centrodestra Italia Unica. 

Intervistato da Stefano Feltri del Fatto Quotidiano, Passera, di ritorno dal World Economic Forum di Davos (Svizzera), commenta positivamente il quantitative easing da 60 miliardi al mese varato dalla Banca Centrale Europea.

Mario Draghi e il consiglio della Bce hanno dimostrato una grande coerenza. Hanno abbassato i tassi a zero e riportato l’euro a valori di cambio ragionevoli. Con benefici per le nostre imprese. Anche il messaggio che sarà un’operazione duratura nel tempo è fondamentale. Si parla di anni”.

 

Fa solo un distinguo:

“Rimane non chiarito del tutto il meccanismo di suddivisione di utili e perdite dell’operazione. Non si può pensare che la politica monetaria basti a rimettere in moto l’economia. La situazione è favorevole come non si vedeva da anni: tassi bassi, petrolio basso, cambio più favorevole. Ma dal lato della politica economica non si percepisce una altrettanto forte volontà di perseguire una crescita sostenibile, puntando sugli investimenti pubblici e privati”.

“Le ultime operazioni della Bce hanno dimostrato che il problema è più dal lato della domanda di fondi che dall’offerta di credito. Francoforte potrebbe favorire i mutui, con finanziamenti analoghi a quelli che offre oggi ma con un orizzonte più lungo, a fronte però di un effettivo aumento del credito alle famiglie. Sarebbe importante anche per il settore dell’edilizia”.

Sulle elezioni in Grecia, Passera mostra fiducia:

“La Grecia e l’Europa avranno la saggezza di trovare il modo di lavorare insieme. Un’eventuale uscita dall’euro sarebbe gestibile, ma un male per tutti”.

Poi, sul successore di Giorgio Napolitano al Quirinale, dice:

“In un momento di crisi così grave e riforme istituzionali così pasticciate ci vuole una persona di profonda esperienza istituzionale, grandissima credibilità internazionale e totale indipendenza. Non entro nel gioco dei nomi. Comunque non è proprio detto che debba essere legato al mondo delle banche centrali. E l’esperienza nelle istituzioni italiane la ritengo molto importante. Pochi dei nomi oggi sul tavolo hanno tutte e tre le caratteristiche che considero indispensabili”.

E sul suo nuovo partito Italia Unica:

“Parte dal territorio, totalmente trasparente, con cariche che non possono essere rinnovate all’infinito, cerca di prendere le migliori esperienze dalla società civile, dall’amministrazione soprattutto locale e propone di ridurre drasticamente i posti per la politica. Abbiamo un progetto completo per l’Italia, di stimolo all’economia costruito sui bisogni di famiglie e imprese, di riforme profonde e di semplificazione delle istituzioni e della burocrazia. In tutti i Paesi a democrazia matura ci sono due grandi raggruppamenti. In Italia quello che fa riferimento al Ppe è poco o mal rappresentato da partiti alla fine della propria vita politica. E i tanti che non si riconoscono in nessuna offerta politica, possono essere interessati a un progetto liberale, aperto alla globalizzazione, come quello di Italia Unica. È un lavoro che durerà mesi o anni. Quando si vota? Iniziamo con le comunali. Ma noi ci stiamo preparando per le politiche. Anche prima del 2018″.