Corte Conti ‘stronca’ Monti: “Dl sviluppo disorganico, L. Stabilità ottimistica”

Pubblicato il 8 Maggio 2013 - 18:00| Aggiornato il 21 Marzo 2023 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La Corte dei Conti “stronca” gli ultimi atti del governo di Mario Monti, dal decreto sviluppo alla legge di stabilità. Sulle coperture evidenzia l”’impiego in modo improprio di fondi tesoreria” e l’utilizzazione di proventi di giochi e accise dal gettito ”non affidabile”. La legge di stabilità poi ”non realizza la manovra”.

I magistrati contabili evidenziano ”il frequente rinvio a provvedimenti secondari di attuazione; le continue variazioni di leggi anche recenti, con riflessi sull’attendibilità delle stime circa gli effetti finanziari recati dalle norme; l’approvazione di emendamenti privi della relazione tecnica o per i quali la relazione tecnica risulta essere stata vistata negativamente dal Ministero dell’economia; l’utilizzazione a fini di copertura di cespiti, come i proventi dei giochi e le accise sugli idrocarburi, il cui gettito è calante e le cui stime appaiono per conseguenza non affidabili; l’impiego in modo improprio di fondi di tesoreria per coprire oneri di bilancio”.

Si tratta di ”inconvenienti” che secondo la Corte riguardano la legislazione di spesa dello Stato di tutto l’ultimo quadrimestre 2012.

Decreto sviluppo disorganico. Il decreto sviluppo, varato nell’ultimo trimestre del 2012 dal governo tecnico, secondo la Corte dei Conti è ”un provvedimento disorganico” che ”reca i più disparati interventi”. Secondo la Corte dei Conti non funzionano neanche le norme di carattere fiscale che ”risultano prive di clausole di salvaguardia per fronteggiare il minor gettito rispetto alle stime”.

Legge di stabilità troppo ottimista. La legge di stabilità del 2013, inoltre, di fatto attua, si legge nella relazione della Corte dei Conti, ”decisioni già prese”, inoltre ”risulta calibrata essenzialmente sul primo anno, senza un respiro pluriennale”. Quanto alle previsioni di gettito sulla tobin tax ”sembrano ottimistiche”. La Corte critica inoltre ”l’eterogeneità dei contenuti” che ”non si pone in linea con le prescrizioni della legge di contabilità che ne prevede un contenuto snello e di manovra”.