Corte Costituzionale, c’è l’accordo sui nomi di Violante e Caramazza

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Ottobre 2014 - 21:58 OLTRE 6 MESI FA
Corte Costituzionale, c'è l'accordo sui nomi di Violante e Caramazza

Corte Costituzionale, c’è l’accordo sui nomi di Violante e Caramazza

ROMA – Dopo 15 fumate nere  la Corte Costituzionale sembra finalmente vicina ad avere i suoi due nuovi giudici: Luciano Violante e Ignazio Francesco Caramazza. Parlamento riunito in seduta comune permettendo, ovviamente. Ma alla vigilia del voto numero 16 i segnali sono quelli dell’impasse superata. Nella serata dell’1 ottobre, infatti, l’indicazione di voto che è arrivata ai parlamentari di Pd, Forza Italia e Ncd via sms è chiara: Violante e Caramazza.

Dopo il passo indietro di Donato Bruno, che ha rimesso la sua candidatura nelle mani di Berlusconi, il capitolo dei due giudici da eleggere per la Corte Costituzionale potrebbe dunque chiudersi con una fumata bianca. Anche se il condizionale in questi casi è d’obbligo visto che, subito dopo la comunicazione ufficiale del nuovo candidato, in Forza Italia non sono mancati i malumori.

Diversi “azzurri” infatti, conversando con i cronisti hanno sottolineato che si tratta di “una persona di 77 anni” che “non può essere messa in contrapposizione, da un punto di vista di peso politico, con una personalità forte come quella di Violante”. Del resto, si osserva nel resto della maggioranza, “visto quello che è successo con Catricalà meglio andare coi piedi di piombo”.

Il riferimento è all’altro candidato proposto da Letta per la Corte, Antonio Catricalà, che ha preferito fare un passo indietro quando ha visto che le Camere non riuscivano ad assicurare il quorum richiesto per diventare giudice costituzionale.

E quella del Csm, invece, è una vicenda destinata a restare aperta ancora per un po‘ visto che le presidenze della Camere alla fine hanno scelto di non far votare domani 2 ottobre sul sostituto da mandare a Palazzo dei Marescialli al posto di Teresa Bene la cui elezione non è stata convalidata per mancanza dei titoli necessari.

Nonostante fosse arrivato oggi dal Quirinale l’invito al Parlamento ad adempiere a tale obbligo. “Molto probabilmente – si osserva tra i Dem – si vorranno far calmare le acque prima del voto visto che Teresa Bene ha annunciato l’intenzione di presentare ricorsi da tutte le parti” per “difendere i propri diritti”, come annunciato del resto anche ieri dalla diretta interessata.