Sulle dichiarazioni di Berlusconi contro i giudici, chiamato in causa il Csm

Pubblicato il 2 Ottobre 2010 - 11:30 OLTRE 6 MESI FA

Potrebbe intervenire il Csm sulle dichiarazioni del presidente Silvio Berlusconi sull’esistenza di un’associazione a delinquere tra le toghe. ”Delegittimano la magistratura e fanno perdere credibilità ai giudici -afferma  il consigliere del Csm Paolo Corder , vice presidente della Prima Commissione di palazzo dei marescialli, quella che si occupa delle pratiche a tutela delle toghe – Di fronte a parole così forti e considerata anche la fonte da cui provengono, potrebbe intervenire il Csm”. 

 ”Si tratta di accuse destituite di ogni fondamento – dice Corder interpellato a margine del XIII congresso dell’Unione delle Camere penali- che mettono in difficoltà  i giudici che lavorano quotidianamente con grande impegno. La gente considera poco credibili i magistrati proprio perché sente queste dichiarazioni del presidente del Consiglio”.

A chi gli chiede se potrebbe essere proprio lui a chiedere l’apertura di una pratica a tutela dei magistrati, Corder risponde con un ”rifletterò; devo sentire i miei colleghi”. E la prima occasione per fare il punto ci sarà lunedi’ prossimo quando la Prima Commissione tornerà a riunirsi.

Il presidente del Consiglio ha rivolto ”un’accusa destabilizzante per la magistratura, che secondo la giurisprudenza del Csm meriterebbe un intervento a tutela”, sostiene a sua volta l’ex consigliere del Csm Fabio Roia, giudice al tribunale di Milano.

 ”Se si fosse trattato di una conversazione privata, cioé fatta in presenza di poche persone, si tratterebbe di una questione di taglio diverso; ma visto che queste dichiarazioni sono state fatte davanti a una pluralità di persone e che c’è stata una diffusione mediatica, si pone il problema della tutela dell’esercizio della giurisdizione”. Anche perché ”questa ipotetica associazione per delinquere sarebbe diffusa a tutti i gradi di giudizio e funzioni”.