D’Alema, cascina in Umbria gestita da Orsini. Il Fatto: “Vicino a Morichini”

Pubblicato il 10 Dicembre 2012 - 12:31 OLTRE 6 MESI FA
Massimo D’Alema (foto Lapresse)

ROMA – Massimo D’Alema ha comprato ai figli (Giulia e Francesco) una cascina in Umbria. E questo si sapeva. Per pagare quella cascina (podere Madeleine), D’Alema si è venduto la celeberrima barca Ikarus (e anche questo si sapeva). Il Fatto Quotidiano è tornato a occuparsi della proprietà del presidente del Copasir. E, non avendo trovato irregolarità o anomali nella proprietà e nell’uso della cascina, ha puntato l’indice sul gestore del podere, Adolfo Orsini.

Filippo Barone, che ha scritto l’articolo, dipinge Orsini come una specie di “mini-ras” dell’Umbria. Ecco la sua storia

Che fa ora Orsini? Scrive Barone: “Diventato nel 2010 amministratore di Arusia, Agenzia per l’Agricoltura della Regione (centrosinistra ). Lo rivelano 7 scritture private (in possesso del Fatto) siglate tra il 15 e il 18 aprile 2009 che presentano Orsini come “rappresentante delegato della società agricola Madeleine” nel-l’acquisto dei “diritti di reimpianto” di viti”.

Chi è Orsini? Spiega Barone: “Ritenuto vicino a D’Alema, è un dipendente Asl in aspettativa diventato sindaco di Città di Castello nel 1997. Ha poi collezionato poltrone pubbliche e private. Si occupa della redazione del Piano sanitario regionale, di quello dei rifiuti, è presidente del cda dell’Azienda perugina di mobilità e membro del cda dell’Autorità di ambito Umbria 1. Infine approda ad Arusia (commissariata nel 2011).

“Arusia gestisce tutta la parte agricola della Regione”, spiega l’imprenditore Pio Piccini nella sua deposizione. Piccini è l’amministratore di Agile e presidente e amministratore di Omega, gruppo che ha assorbito il ramo informatico della società di telecomunicazioni Eutelia. Una vicenda per la quale finì in manette.

Ed è a questo punto che, secondo Barone, la sua storia si sarebbe incrociata nuovamente con quella di D’Alema: “E davanti ai pm di Roma raccontò di aver finanziato la Fondazione Italianieuropei di D’Alema. Soldi dichiarati e, quindi, puliti. L’operazione sarebbe stata suggerita dal “faccendiere” del centrosinistra (definizione dei verbali) Vincenzo Morichini, amico di vecchia data di D’Alema. Morichini di mestiere fa il lobbista, il procacciatore di affari, attraverso una società chiamata Sdb, Soluzioni di business.

Prosegue Barone: “Ma cosa ci azzeccano le società di Morichini con la cascina di D’Alema? Orsini, responsabile agricoltura della Regione Umbria e rappresentante della Madeleine è anche socio della Sdb di Morichini. Secondo Piccini, Orsini ne era il referente per gli affari in Umbria nel campo della sanità e dell’agricoltura. Era colui che gli avrebbe fatto incontrare “tutti i direttori generali della Asl e delle aziende ospedaliere” allo scopo di sottoporre loro i suoi progetti.

Barone però ci tiene a specificare: Niente di illegale, ma il cronista deve chiarire. E il politico, forse, rispondere magari per escludere incompatibilità anche solo politiche o morali.