D’Alema: “Vendola? Gli voglio bene ma è un problema politico”

Pubblicato il 18 Gennaio 2010 - 20:38 OLTRE 6 MESI FA

Massimo D'Alema

Massimo D’Alema torna sulla questione della candidatura per il Partito Democratico alla presidenza della Regione Puglia non risparmiando stoccate a Nichi Vendola. «Voglio bene a Nichi – ha detto D’Alema – ma il problema è politico».

D’Alema, per le primarie che si terranno il 24 gennaio,  sostiene Francesco Boccia che, come cinque anni fa, sfiderà nella consultazione il presidente uscente Nichi Vendola (Sel). Il nome di Boccia consentirebbe l’allargamento della coalizione a Udc e Idv, partiti che sul nome di Vendola hanno posto il veto.

«Vendola – ha detto D’Alema – è un uomo molto intelligente, gli voglio anche bene e mi dispiace che la butti sul personale, ma qui ci occupiamo di politica e il valore delle persone non è in discussione. E Vendola anziché affrontare il problema in termini politici ha pensato bene di autocandidarsi, ritenendo in questo modo di forzare e di mettere tutti davanti al fatto compiuto».

«Sono gesti che vanno di moda in una epoca in cui si fa politica salendo sui predellini. Ma non sempre questo è il modo di risolvere i problemi. Vendola – ha aggiunto – è il presidente uscente della Regione Puglia, questo gli conferisce un grande ruolo e una grande notorietà, però nello stesso tempo è un leader che sembra non sia in grado di realizzare ciò di cui la Puglia ha bisogno, cioé quella coalizione democratica che abbiamo cominciato a sperimentare nelle amministrative dello scorso anno e che è una prospettiva per il Mezzogiorno e per il Paese».

«Non è una improvvisazione – ha detto D’Alema – quello che stiamo facendo adesso. Noi iniziammo già alle provinciali una politica che andava oltre i confini del centrosinistra. E non è un caso che in quelle elezioni laddove l’apparentamento con l’Udc fu possibile noi abbiamo vinto, quindi quella alleanza fu sperimentata allora e risultò vincente al Comune di Bari e nelle province di Brindisi e Taranto».

«Vendola – ha aggiunto D’Alema – ponendosi come il leader nazionale di un partito politico della estrema sinistra difficilmente poteva essere il candidato accettato da una coalizione così ampia e gli fu detto anche da Casini». «Non é un problema del Pd, noi voteremmo volentieri Vendola ma nel momento in cui – ha concluso D’Alema – nasce una coalizione così ampia, che è diversa da quella che ha governato la Regione in questi cinque anni, perché può comprendere due partiti importanti Udc e Idv, che non sono stati al governo con Vendola, era comprensibile che potesse nascere anche il problema della guida di questa coalizione».