Davide Serra: il finanziere di Renzi alle elezioni voterà Monti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Gennaio 2013 - 20:50| Aggiornato il 12 Maggio 2022 OLTRE 6 MESI FA

DAVOSDavide Serra, da Renzi a Monti. Matteo Renzi non è candidato e il finanziere Davide Serra, sostenitore del sindaco di Firenze e al centro di una polemica con Bersani sulle Cayman, alle elezioni voterà Mario Monti. A Davos per partecipare ai lavori del Worldwide Economic Forum, fa un vero e proprio endorsement per il premier tecnico, anche se si dice convinto che Bersani è ”una brava persona” che potrà far bene all’Italia se non ascolterà troppo i sindacati.

Serra, che ha creato il fondo Algebris, fu al centro di uno degli scontri più aspri tra Bersani e Renzi ai tempi delle primarie del centrosinistra. Chi paga le tasse in Gran Bretagna – disse il segretario Pd – deve votare per Cameron. Ne nacque un confronto sulla vicinanza della politica alla finanza. Ora la svolta di Serra, senza minimamente rinnegare la vicinanza al sindaco di Firenze. ”La mia scelta era molto evidente. Era Matteo Renzi, lo ho detto chiaro. – dice parlando di gerontocrazia – Poi oggi, visto il panorama, mi sembra ovvio che bisogna scegliere il nuovo. Dei quattro nomi, ce ne è uno nuovo e gli altri tre no. Oggi non ho dubbi a scegliere Monti”.

Secondo Serra se Renzi avesse vinto le primarie lo scenario sarebbe diverso. Non ci sarebbe Berlusconi ”che non avrebbe potuto urlare ai comunisti”. ”Gli italiani hanno deciso di dare la palla a Bersani – argomenta senza nascondere rimpianto – Vediamo cosa farà. E’una brava persona. Certamente farà di tutto per portare l’Italia nella giusta direzione, sempre che non ascolti i sindacati che sono parte del problema”.

Così ora ”più voti ha Monti, è meglio è perché farà un’agenda riformista e concorrenziale, corretta tra generazioni”.

Serra, che nota un cambiamento totale nella valutazione che ora viene data dell’Italia, ricorda anche i suoi studi alla Bocconi. ”Mi sono laureato – dice- quanto Monti era rettore spiegava la tassazione intergenerazionale, cioè il peso che si stava scaricando sulle generazioni più giovani, i padri si sono “spesi” i soldi dei figli. E il risultato adesso è la grande disoccupazione giovanile italiana e il fatto che un milione di giovani hanno lasciato l’Italia. Ricevo decine di curriculum ogni giorno”.