Luigi De Magistris torna sindaco. Tar invia atti a Corte Costituzionale

di redazione Blitz
Pubblicato il 30 Ottobre 2014 - 15:23 OLTRE 6 MESI FA
De Magistris torna sindaco. Tar invia atti a Consulta per art 10-11 L. Severino

Luigi De Magistris torna a fare il sindaco

NAPOLI – Luigi De Magistris può tornare a fare il sindaco. Il Tar della Campania ha infatti accolto il ricorso presentato dall’ex magistrato e ha deciso di inviare gli atti alla Consulta per “non manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale” della legge Severino. Circostanza che fa dunque saltare la sospensione di De Magistris, scattata dopo la condanna in primo grado per abuso d’ufficio nell’inchiesta Why Not.

”Sono emozionato. Era un provvedimento molto atteso”, sono state le prime parole del sindaco subito dopo aver appreso la notizia del reintegro. Ad accoglierlo in sala Giunta un lungo e caloroso applauso.

La Corte Costituzionale, su richiesta dei giudici amministrativi della Campania, dovrà dunque pronunciarsi sugli articoli 10 e 11 del decreto legislativo 235 (la cosiddetta Legge Severino). In particolare, l’articolo 10 disciplina i motivi di incandidabilità alle elezioni provinciali, comunali e circoscrizionali. L’articolo 11, invece, disciplina la sospensione e la decadenza di diritto degli amministratori locali in condizione di incandidabilità.

Il presidente del Tar, Cesare Masrocola, che con i giudici Paolo Corciulo, relatore, e Carlo Dell’Olio, giudice a latere, ha emesso la sentenza, ha detto:

 “Posso dire solo che abbiamo fatto una fatica enorme, considerata la complessità del quesito”.

La decisione sarebbe stata presa dal collegio all’unanimità. La legge Severino, applicata al sindaco di Napoli è la stessa scattata per decretare la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi, ma diversi sono gli articoli applicati. Nel caso di Berlusconi, la decadenza fu decisa sulla base degli articoli 1 e 3. Il provvedimento entrò in vigore il 5 dicembre 2013. L’articolo 1 stabilisce che non possono essere candidati e non possono comunque ricoprire la carica di deputato e di senatore coloro che hanno riportato condanne definitive con pene superiori a due anni di reclusione. L’articolo 3 prevede invece che “qualora una causa di incandidabilità di cui all’articolo 1 sopravvenga o comunque sia accertata nel corso del mandato elettivo, la Camera di appartenenza delibera ai sensi dell’articolo 66 della Costituzione”, quello in base al quale ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei propri componenti e delle cause di ineleggibilità e incompatibilità. La decadenza di Berlusconi, infatti, fu decisa dal Senato a seguito della condanna definitiva emessa nell’agosto 2013 dalla Cassazione per la vicenda Mediaset.

Nel caso di de Magistris, invece, gli articoli chiamati in causa per la sospensione da sindaco, oggi bloccata dal Tar, sono il 10 e l’11, relativi rispettivamente alle cause di incadidabilità alle cariche elettive negli enti locali e alla sospensione e decadenza degli  amministratori locali in condizione di incandidabilità. L’articolo 10 prevede che sia incandidabile chi ha riportato condanne con sentenza definitiva per una serie di reati (dall’associazione mafiosa, al traffico di droga, alla corruzione e i reati contro la P.a., all’abuso d’ufficio). L’articolo 11 stabilisce invece, tra le altre cose, che “sono sospesi di diritto” gli amministratori locali “che hanno riportato una condanna non definitiva per uno dei delitti indicati all’articolo 10”. Che è appunto la situazione in cui si trova de Magistris. Ma è proprio sui contenuti degli articoli 10 e 11 della legge Severino che il Tar ha sollevato dei dubbi di legittimità, rinviando gli atti alla Corte Costituzionale.