Senato-Renzi, lite sugli 80 euro: “Non hai le coperture”, “Falso”

di redazione Blitz
Pubblicato il 9 Maggio 2014 - 19:51 OLTRE 6 MESI FA

senatoROMA – Per dare gli 80 euro in busta paga a milioni di lavoratori, i soldi bastano o no? La lite tra il Senato e Renzi, che ha scaldato il dibattito politico di venerdì, ruota intorno a questa semplice domanda.

Quesito semplice eppure di sostanza. Tutto nasce dalla “nota di lettura” del Servizio Bilancio del Senato. E’ in quel documento che i tecnici di Palazzo Madama esprimono le loro perplessità sulle coperture del dl Irpef.

Dubbi che hanno mandato su tutte le furie il premier Matteo Renzi e scatenato la polemica tra il presidente del Consiglio e il presidente del Senato, Piero Grasso, pronto – ancora una volta – a difendere a spada tratta l’istituzione e il lavoro portato avanti al suo interno. I tecnici, cui aveva replicato a stretto giro anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, avevano innanzitutto sollevato un problema fondamentale sulla cosiddetta “tassa” Bankitalia.

Il decreto prevede che la tassazione sulle plusvalenze derivanti alle banche e alle assicurazioni dalla rivalutazione delle quote Bankitalia passi dal 12% al 26% e non sia più corrisposta in tre rate ma in un’unica soluzione, garantendo entrate per 1,8 miliardi. Ma il passaggio potrebbe presentare, secondo i tecnici, profili di incostituzionalità, perché

“repentini mutamenti del quadro normativo potrebbero finire per definire la tassazione postuma di una ricchezza non più attuale ovvero non garantire quell’esigenza di anticipata conoscenza da parte del contribuente del carico fiscale posto sulle proprie attività economiche, con conseguente possibile violazione di precetti costituzionali”.

Allo stesso tempo non sono affatto garantite le coperture legate al presunto gettito Iva derivante dal pagamento dei debiti della pubblica amministrazione (600 milioni quest’anno e 1 miliardo nel 2015). I tecnici non vedono alcun “automatismo” tra il risanamento dei debiti e incassi Iva per l’erario. E’ anzi giudicato più verosimile che una parte dei pagamenti ricevuti dai creditori “venga utilizzata per regolare a loro volta posizioni debitorie nei confronti dei propri debitori”.

Altro capitolo tutt’altro che chiaro è anche quello dei proventi dalla lotta all’evasione, ben difficili da quantificare e che il governo stima invece in 300 milioni in più quest’anno e 3 miliardi in più nel 2015 rispetto ai 12-13 miliardi attuali. Infine l’Irap. Secondo il servizio bilancio, il minor gettito calcolato dal taglio dell’imposta sulle imprese potrebbe essere stato finora sottostimato. La relazione tecnica lo stabilisce in poco più di 2 miliardi di euro, ma a venire a mancare nelle casse dello Stato potrebbe essere un importo più consistente”.

“La quantificazione di minor gettito contenuta nella relazione tecnica, – si legge nel dossier – pari a 2.059 milioni in ragione d’anno, corrisponde all’8,3% rispetto alle entrate del 2014 indicato dal predetto Bollettino delle entrate (24.813 milioni); tale percentuale è sensibilmente inferiore a quanto previsto dalla normativa, dato che le variazioni in riduzione vanno dal 9,52 al 10,53%, a seconda del settore di attività. Per questo motivo, si ritiene che gli effetti di minor gettito derivanti dalle disposizioni in esame possano verosimilmente attestarsi su importi più significativi di quelli esposti in relazione tecnica”.

Queste le perplessità dei tecnici. Difesi dal presidente del Senato Piero Grasso. Renzi però non ci sta e dice:

“Oggi Padoan mi ha portato a vedere i primi cedolini degli 80 euro. Le coperture dunque ci sono. Gli 80 euro pure”. “Chi dice che non ci sono le coperture deve dire perché, altrimenti è semplicemente un tentativo di comunicare cose inesatte”. “Sui burocrati del Senato, se ci sono obiezioni di merito si risponde nel merito. Si dice è giusto o no che sia stato previsto per esempio 650 milioni di recupero dall’Iva. Gli 80 euro ci saranno per sempre e potrebbero essere per tutti se l’Europa fosse diversa, anche per pensionati e partite Iva”. 

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