“Ci vediamo da Denis”: quelle cene a casa Verdini per gli affari della “loggia”

Pubblicato il 13 Luglio 2010 - 12:04 OLTRE 6 MESI FA

Denis Verdini

Denis Verdini, secondo quanto risulta dalle intercettazioni sulla cosiddetta P3, sarebbe “l’uomo chiave” in parecchi affari della società segreta che con varie pressioni a uomini di potere e nomine ad hoc nelle cariche chiave ha di fatto imposto le proprie regole in vari segmenti della società. Gli affari della “loggia” avvenivano anche a casa Verdini, scrivono i magistrati di Roma, il coordinatore del Pdl finito sotto indagine. In piazza dell’Aracoeli, centralissima residenza romana di Verdini.

Affari relativi all’eolico in Sardegna: se ne interessa Flavio Carboni, l’imprenditore arrestato nei giorni scorsi, che coinvolge direttamente il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci (Pdl). E’ Carboni, come risulta dalle intercettazioni, a chiamare Verdini per sbloccare la nomina di Ignazio Farris alla presidenza dell’Azienda regionale per la protezione dell’ambiente. Requisito essenziale per mettere le mani sull’eolico.  E’ Verdini che briga, chiama, preme su Cappellacci per concretizzare quella nomina.

Non solo gli affari, la loggia si muove anche per mettere le persone “giuste” nei ruoli che contano. Sempre dalle intercettazioni Denis Verdini (insieme a Marcello Dell’Utri) manovrano, nell’autunno 2009, per far sì che la Corte Costituzionale si esprima a favore del Lodo Alfano, quel provvedimento che sospende le cause per le più alte cariche. Le “grandi manovre” si svolgono proprio durante un pranzo a casa Verdini, il 23 settembre 2009.

E sempre da Verdini si parla della candidatura di Nicola Cosentino alla presidenza della Campania. Il sottosegretario, però, il 9 novembre finisce nei guai: la magistratura napoletana chiede il suo arresto per concorso esterno in associazione camorristica, arresto negato dalla Giunta per autorizzazioni della Camera.