Di Maio, Raggi, Marra, ecco il testo delle 5 chat. E la Procura spiega che…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Febbraio 2017 - 21:15| Aggiornato il 16 Febbraio 2017 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Luigi Di Maio cosa ha detto veramente di Raffaele Marra, l’ex capo del personale del Comune di Roma arrestato a dicembre per corruzione e indagato, insieme al sindaco di Roma Virginia Raggi, per abuso d’ufficio per la nomina di suo fratello Renato Marra a capo del dipartimento turismo del Campidoglio?

Mettendo in fila i testi pubblicati nel corso della frenetica giornata di San Valentino, le cose sembrano andate un po’ diversamente da come apparivano al mattino. Il punto chiave è: Di Maio non garantì per Marra, non scrisse: “È uno dei miei”, come sembrava da una prima lettura incompleta e affrettata dei documenti.

Tutto  nasce quando, intervistato domenica da Lucia Annunziata nel corso de “In mezz’ora” su Raitre, il vicepresidente della Camera ha garantito di aver incontrato Marra il 6 luglio 2016 nei suoi uffici “per cacciarlo”, ma nelle chat telefoniche salvate sullo smartphone dell’ex fedelissimo della Raggi.

Ecco la sequenza dei messaggi scambiati fra Marra, la Raggi e Di Maio.

Si tratta di tre chat datate 10 agosto 2016, giorno in cui in Campidoglio era in calendario la votazione della mozione di sfiducia dell’allora assessore Paola Muraro. Nella prima Marra racconta alla Raggi del buon esito del suo incontro con Di Maio. Da essa traspare però anche una certa agitazione, è nervoso: sono in molti, nel Movimento 5 Stelle, a chiedere il suo allontanamento.

Scrive Marra alla Raggi:

“Vorrei anche ricordarti che ho manifestato la mia disponibilità a riprendere l’aspettativa sin dal giorno in cui ho incontrato il vice presidente Di Maio a cui manifestai la mia disponibilità a presentare l’istanza qualora non fossi stato in grado di convincerlo, carte alla mano, sulla mia assoluta correttezza morale e professionale. L’incontro, come sai, andò molto bene, tanto che lui mi disse di farmi dare da te i suoi numeri personali. Cosa che per correttezza non ho mai fatto. Pensavo che quell’incontro potesse rappresentare un punto di svolta. Evidentemente mi sbagliavo”.

La seconda chat è evidentemente la risposta di Di Maio alla Raggi che lo ha messo a parte della inquietudine di Marra. Di Maio smentisce almeno in parte la versione di Marra:

“Pignatone cosa ti ha detto dopo che gli hai inoltrato il suo nominativo (di Marra, ndr)? In ogni caso nella riunione con me, Marra non mi ha mai chiesto se andare in aspettativa o meno. Semplicemente mi ha raccontato i fatti. Io l’ho ascoltato. Perché tu me lo avevi chiesto. Sono rimasto a tua disposizione, non sua. E penso che nel gabinetto non possa stare, perché ci eravamo accordati così”.

Virginia Raggi replica (terza chat):

“Pignatone mi risponderà quanto prima, l’elenco conteneva una prima tranche da 20 nominativi. Stanno effettuando le verifiche”.

Quarta chat, Di Maio a Raggi:

“Quanto alle ragioni di Marra. Aspettiamo Pignatone. Poi insieme allo staff decidete/decidiamo. Lui non si senta umiliato. E’ un servitore dello Stato. Sui miei il Movimento fa accertamenti ogni mese. L’importante è non trovare nulla”.

Quinta chat. Virginia Raggi per tranquillizzare Raffaele Marra e convincerlo a resistere gli inoltra parte del messaggio ricevuto da Di Maio:

“Quanto alle ragioni di Marra, lui non si senta umiliato. È un servitore dello Stato. Sui miei, il Movimento fa accertamenti ogni mese. L’importante è non trovare nulla”.

Questo è il tassello rimasto nel telefono di Marra, finito nelle mani degli investigatori e da lì sui giornali, con una qualche differenza di presentazione.

Corriere della Sera:

“Quanto alle ragioni di Marra. Aspettiamo Pignatone. Poi insieme allo staff decidete/decidiamo. Lui non si senta umiliato. È un servitore dello Stato. Sui miei il Movimento fa accertamenti ogni mese. L’importante è non trovare nulla”.

Conclusione di Fiorenza Sarzanini:

Evidentemente non fu trovato nulla e quindi Marra rimase al proprio posto fino al giorno dell’arresto il 16 dicembre mentre il 1 settembre furono mandati via l’assessore al Bilancio Marcello Minenna e il capo di gabinetto Carla Raineri.

Repubblica: “Quanto alle ragioni di Marra, lui non si senta umiliato. E’ un servitore dello Stato. Sui miei, il Movimento fa accertamenti ogni mese. L’importante è non trovare nulla”.

Conclusione di Carlo Bonini:

“Un servitore dello Stato”, cioè uno dei miei. Non male per un tipo che, a suo dire, aveva “cacciato” il 6 luglio.

Completa il quadro il comunicato del Procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone:

“La Procura di Roma non ha dato alcuna notizia coperta da segreto investigativo. La Procura ha comunicato nel corso del tempo al Comune di Roma Capitale, su richiesta del commissario straordinario, prefetto Francesco Paolo Tronca, e del sindaco, Virginia Raggi, come anche ad altri enti pubblici su loro richiesta, informazioni su atti e procedimenti non coperti da segreto investigativo ai sensi dell’articolo 116 cpp. In particolare, per quanto riguarda Raffaele Marra in risposta ad una richiesta in data 5 agosto 2016, è stato comunicato in data 12 agosto 2016 che nei confronti di Marra non vi erano iscrizioni suscettibili di comunicazioni, formula espressamente prevista dall’art 116 bis Disp. att. cpp. e che comprende sia il caso che non vi siano procedimenti pendenti, sia che risultino procedimenti coperti da segreto investigativo”.

La replica di Di Maio è affidata al blog di Beppe Grillo:

Per esempio questa è Repubblica: “Movimento 5 stelle, le chat che smentiscono Di Maio. Scrisse a Raggi: Marra è uno dei miei”. Ora io vi dico con molta franchezza, io sono sempre stato una persona corretta, sempre una persona onesta e vengo da una famiglia perbene. Quando sono entrato in Parlamento a 26 anni e il gruppo ha voluto individuarmi come vicepresidente della Camera, sapevo che avremmo avuto attacchi feroci. Ma quando ho immaginato questi attacchi, ho immaginato almeno che si potessero fondare su degli errori miei, in buona fede, e non su delle falsità. Quando ho letto questi articoli stamattina mi sono armato di santa pazienza e ho ripercorso le chat, perché poi alla fine ci riducono a fare questo, con la sindaca Raggi, per individuare questo passaggio. In quel passaggio che viene riportato in maniera manipolativa qui sopra, e dove non ho mai detto “Marra è uno dei miei”, in quel passaggio c’è scritto che io avevo chiesto il 10 agosto 2016 alla sindaca di mettere Marra fuori dal gabinetto, e io stesso avevo detto che siamo il Movimento 5 Stelle e noi le pulci le facciamo prima ai nostri e poi agli altri. Ora voi la storia la conoscete bene, quella di Roma, sapete che Virginia si è scusata per essersi fidata di questo tipo.