Di Pietro a Maroni, una buona domanda: perchè la polizia per i pastori sardi e i soldi pubblici per gli allevatori leghisti?

Pubblicato il 28 Dicembre 2010 - 16:06 OLTRE 6 MESI FA

Una buona domanda o almeno una domanda “pertinente”, cioè precisa e doverosa. L’ha polemicamente rivolta Di Pietro a Maroni, ma la vis polemica non rende la domanda meno ben posta: “Perché di fronte a due vertenze, a due industrie del latte, il ministro degli Interni applica due misure? Perché per i pastori sardi vale la regola dell’estrema durezza e invece gli allevatori del Nord sono stati ripagati dalla Lega con l’accollo a carico dello Stato delle multe per la violazione delle quote latte?”. A Civitavecchia i pastori sardi che provenivano dall’isola sono stati bloccati, anche con le cattive, dalla polizia perchè non portassero la protesta a Roma e non mettessero in atto azioni clamorose. Il tutto in nome dell’ordine pubblico. Di Pietro non concede al ministro Maroni il beneficio dell’inventario, non prende in esame la possibilità che l’ordine pubblico fosse realmente messo in discussione dalla “marcia” dei pastori sardi. Prendiamo invece per plausibile l’ipotesi sulla quale si è mossa la forza pubblica, ammettiamo l’ipotesi che i pastori andassero fermati. Resta però buona la domanda: perché i pastori sardi bloccati e gli allevatori del Nord lasciati per mesi liberi di bloccare loro autostrade e città? Perchè l’azione pubblica degli allevatori del Nord, neanche tutti, contro una legge di Stato è stata consentita? Perché il loro rifiuto di pagare è diventato legge di Stato, perché il fisco, cioè noi tutti, abbiamo dovuto pagare quel che gli allevatori leghisti non hanno voluto pagare, perché a quelli del Nord sono stati dati soldi perché stessero buoni e ai pastori sardi è stato dato un blocco di polizia? Buona domanda che, purtroppo, contiene già la risposta: perché quelli del Nord e quelli invece sardi? No, perché quelli leghisti e gli altri no.