Edy Tamajo, eletto in Sicilia, accusato di aver pagato 25 euro a voto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Novembre 2017 - 10:29 OLTRE 6 MESI FA
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Edy Tamajo, eletto in Sicilia, indagato con l’accusa di aver comprato voti

PALERMO – Non c’è pace sulle elezioni regionali in Sicilia: dopo l’arresto di Cateno De Luca, Edy Tamajo è accusato di aver comprato parte dei quasi 14 mila consensi ottenuti pagando 25 euro a voto. E’ l’accusa che la procura di Palermo rivolge al neo eletto, 41 anni, che alle regionali siciliane ha corso in Sicilia futura (formazione che fa capo all’ex ministro Salvatore Cardinale) a sostegno del candidato del centrosinistra Fabrizio Micari.

Tamajo, che respinge l’accusa, ha ricevuto un avviso di garanzia come riportano alcuni quotidiani. L’indagato è stato il più votato a Palermo e il terzo in Sicilia per numero di consensi. Il capo d’imputazione che gli è stato contestato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Fabiola Furnari è di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione elettorale. Un passato nel centrodestra, quattro anni fa Tamajo aveva cambiato schieramento transitando nel centrosinistra.

Insieme a Tamajo sono indagate per gli stessi reati altre tre persone: Giuseppe Montesano, Christian e Nicolina D’Alia. Attraverso intercettazioni, la Guardia di finanza indagava, già prima del voto, sulla compravendita di consensi. L’inchiesta s’innesta su una precedente condotta dai carabinieri per voto di scambio che coinvolse il candidato a sindaco di Palermo Fabrizio Ferrandelli nella campagna elettorale del 2012. Tamajo è difeso dagli avvocati Nino Caleca e Giovanni Castronovo e nei prossimi giorni dovrebbe essere ascoltato dai titolari dell’inchiesta.

Tamajo ha scritto un messaggio su Facebook: “Carissimi Amici, apprendo con stupore l’avvio dell’inchiesta giudiziaria nei miei confronti. Posso affermare, senza timore di smentita , di non aver mai comprato un solo consenso, ma di aver costruito la mia carriera politica sull’attività quotidiana a favore della collettività. Si tratta di condotte che sono lontano anni luce dal mio modo di fare politica, da quello della mia famiglia e del mio gruppo”.

“Ho dato la mia totale disponibilità, nei confronti dell’autorità giudiziaria – prosegue il deputato regionale eletto nelle liste di Sicilia futura – per chiarire questa incresciosa vicenda che sono sicuro, grazie al lavoro dei miei avvocati, riuscirò prestissimo a dimostrare che si tratta di un infondato castello di accuse!”. Tamajo poi annuncia: “Staro’ in silenzio per qualche giorno; un silenzio pieno di rabbia e un cuore lacerato che batte forte”. “Giunga a tutti voi, cari amici miei (cariche istituzionali comprese) – conclude il post su Fb – un profondo abbraccio e un caloroso incoraggiamento a continuare a espletare il vostro lavoro con serietà ed onestà, quella che ci ha sempre contraddistinto! Vi voglio bene!”.

Scrivono Emanuele Lauria e Salvo Palazzolo su Repubblica:

Ora, Tamajo, 41 anni, è l’ultimo entrato — suo malgrado — nella schiera degli “impresentabili”. Lui si difende: “Tutto falso, non conosco affatto le persone di cui si parla nel provvedimento della procura”. I suoi legali, Giovanni Castronovo e NIno Caleca, ribadiscono: “Chiariremo tutto, e alla fine Tamajo ne uscirà come parte offesa, per qualcosa che altri hanno commesso alle sue spalle”.

Di sicuro, comunque, Tamajo è un moltiplicatore di preferenze. Ne prese 2.727, da candidato al consiglio comunale, nel 2007. Cifra quasi raddoppiata cinque anni dopo, quando si candidò all’Ars: 5.107. Bottino incrementato ancora qualche giorno fa, quando è stato rieletto a Palazzo dei Normanni con 13.984 suffragi. D’altronde, la scuola è di quelle buone. Quella di un altro Tamajo, Aristide, il padre di Edy che è stato consigliere comunale e assessore dell’Udc, uno dei fedelissimi di Cuffaro negli anni d’oro del centrodestra. I Tamajo hanno tenuto a battesimo il primo comizio di Micari, al ristorante “Le Antiche Mura” di Mondello. Ma nel corso della campagna elettorale è sorto il sospetto che alla fine Edy abbia dirottato parte dei suoi consensi non sul rettore voluto dal centrosinistra ma sull’avversario di centrodestra Nello Musumeci.