Elena Bonetti ministra della Famiglia già sotto attacco di Pillon: “E’ un favore alla lobby gay”

di Daniela Lauria
Pubblicato il 5 Settembre 2019 - 09:59 OLTRE 6 MESI FA
Elena Bonetti ministra della Famiglia già sotto attacco di Pillon: "E' un favore alla lobby gay"

A sinistra Elena Bonetti, neo ministra della Famiglia. A destra Simone Pillon, senatore leghista e promotore del Family Day

ROMA – Elena Bonetti ministra della Famiglia “è un favore alla lobby Lgbt”. Ne è convinto Simone Pillon, senatore leghista noto per le sue posizioni intransigenti in difesa della famiglia tradizionale (qualunque cosa voglia dire) che ancor prima del giuramento del governo Conte bis, è partito all’attacco della futura titolare del dicastero che è stato di Lorenzo Fontana. La nomina di Bonetti è tra quelle che segnano un più evidente fattore di discontinuità con il precedente esecutivo a guida Lega-M5s.

Mantovana, docente universitaria di Analisi matematica, Elena Bonetti è stata tra i promotori e autori della Carta del Coraggio, un documento che nel 2014 invitava l’associazionismo cattolico a considerare anche forme diverse di amore chiedendo anche alla Chiesa di rivedere le proprie posizioni sul tema. Perché, questo era l’appello, “tutti abbiamo il diritto di amare ed essere amati”. Più tardi, 2017, l’allora leader del Pd Matteo Renzi, che come Bonetti ha un passato nell’Agesci, la volle nella segreteria nazionale del Pd, nonostante la sua scarsa esperienza politica.

Va da sé che per Pillon, tra gli organizzatori del Family Day nonché promotore del famigerato ddl che porta il suo nome, non ha preso bene la nomina di Bonetti. Queste le sue parole al vetriolo su Facebook: “La lobby Lgbt festeggia la nomina di Elena Bonetti al ministero della famiglia, rievocandola tra gli autori della “carta del coraggio” che nel 2014 consegnò una parte significativa dello scoutismo cattolico italiano alle posizioni Lgbt friendly di Renzi e delle sue unioni civili. Gli attivisti già chiedono la legge sull’omofobia per chiudere definitivamente la bocca a chi vorrebbe fermare la dittatura gender”.

Fonte: Facebook