Elsa Fornero: “Fiat non può fare quello che vuole”

Pubblicato il 18 Marzo 2012 - 21:29 OLTRE 6 MESI FA

Elsa Fornero e Mario Monti (LaPresse)

MILANO – Dopo la breve contestazione di Torino, Elsa Fornero è intervenuta alla trasmissione di Rai Tre ‘Che tempo che Fa’.

A proposito della Fiat e della possibilità in un certo senso giustificata da Monti che l’azienda torinese abbandoni l’Italia, la Fornero spiega: ”Se il presidente Fiat John Elkann e l’A.d Marchionne mi dicono ‘abbiamo intenzione di mantenere il piano industriale e fare gli investimenti che sono previsti’ che cosa posso dire, che non gli credo? Io devo credergli”. Questo però, aggiunge il ministro,  ”non significa che (Fiat) può fare quello che vuole” in Italia.

Parlando invece della riforma, il ministro ha detto di credere “che oggi siamo abbastanza maturi sui contenuti”. ”Abbiamo un tempo limitato, affrontiamo i problemi con grande serietà. Non possiamo andare avanti a discutere all’infinito. Trovo difficile che le parti sociali vogliano chiamarsi fuori, – aggiunge il ministro – ma credo che il governo dovrà proporre al parlamento la riforma”.  La Fornero spiega: “Trovo che sia difficile per le parti sociali. Soffrono, si lamentano. Confindustria si lamenta, il sindacato si lamenta. E’ la dimostrazione che stiamo lavorando non per una parte ma per il paese e per il futuro”.

L’ipotesi invece di dare le dimissioni se la riforma del Lavoro  non adrà in porto, la Fornero ribadisce che ”non è una questione della quale io mi stia occupando in questi giorni, non è all’ordine del giorno. Fino a quando c’è l’intesa piena nel governo sulle cose che dobbiamo fare, io il mio impegno ce lo metto” ha detto il ministro Fornero.

“Io – ha aggiunto il ministro – non sono il ministro soltanto dell’articolo 18, non ho nessun interesse a fare una riforma che verta solo sull’articolo 18”. Il tema però per la Fornero è importante: quello che ”traduce bene la necessità del mercato del lavoro è il dinamismo. Significa avere un facile accesso e non un’uscita bloccata. Dobbiamo mettere insieme queste due cose”.

”Fino a quando ci focalizziamo sul fatto che alcuni che sono dentro hanno le uscite bloccate è più difficile far entrare quelli che sono fuori”, ha aggiunto Fornero. ”Abbiamo un problema di giovani e un grave problema di occupazione delle donne”, ha segnalato ricordando anche il divario Nord-Sud. L’urgenza è allora ”rendere l’occupazione dei giovani un po’ più facile e un po’ migliore in termine di qualita”’. ”Sui giovani si è scaricata tutta la flessibilità – ha aggiunto -, che è stata una flessibilità cattiva, la precarietà”. Il governo, ha così spiegato Fornero ”vuole dare ai giovani la possibilità di impieghi qualitativamente migliori”.

Su i giovani, il ministro Elsa Fornero ha annunciato l’intenzione di eliminare gli stage post formazione: ”Stiamo discutendo con le parti sociali nuove forme contrattuali. Oggi ci sono ragazzi che non trovano altre forme di lavoro che non siano stage: lavoro a costo zero, senza remunerazione. Lo stage può essere formativo, ma quando hai finito gli studi lo stage non è più consentito. Chi lavora deve essere pagato. La mia intenzione èeliminare gli stage post formazione”.

”La flessibilità che costa poco finisce con l’essere molto utilizzata al di là delle persone – ha aggiunto il ministro del Lavoro -. Prendi un lavoratore, lo usi e poi lo mandi via. La flessibilità deve costare un po’ di più, quindi l’impresa deve essere spinta ad usare un contratto che io vorrei chiamare contratto dominante cheè il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato non blindatissimo”.

”Le imprese – ha concluso la Fornero – si lamentano di questo ma pagano tutti i fattori produttivi e se hanno necessità di usare lavoro per un po’ determinato lo pagano di più. Se dopo il periodo determinato lo passi a indeterminato lo stato restituisce una parte di quel di più che hai pagato, mi sembra un incentivo buono”.

Il ministro ha parlato poi della sentenza sulle unioni di fatto: ”Non posso che dire che la Corte di Cassazione ha affermato un principio di pari opportunità vero. Rispetto tute le sentenze e anche questa. Per mia formazione sono un po’ tradizionalista – ha spiegato -. Come ministro devo affermare che le Pari opportunità sono in capo alle persone indipendentemente dalle loro preferenze in materia di espressione sessuale, politica, oppure per ragioni di colore”.