Emilio Fede: “Quella firma falsa al matrimonio di Brosio…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Maggio 2016 - 13:20 OLTRE 6 MESI FA
Emilio Fede: "Quella firma falsa al matrimonio di Brosio..."

Emilio Fede: “Quella firma falsa al matrimonio di Brosio…”

ROMA – Emilio Fede è stato direttore del Tg1 ma ha legato il suo destino professionale all’avventura televisiva e politica di Silvio Berlusconi. Dal primo telegiornale sulle reti Fininvest, “Studio Aperto”, fino alla direzione del Tg4: tra ironie e accuse di servilismo, per oltre vent’anni Fede è stato il volto giornalistico del berlusconismo. “Il giorno in cui Silvio decise la discesa in campo c’eravamo tutti: io, Galliani, Mentana, Confalonieri, Dell’Utri. Io gli dissi devi farlo, e vincerai le elezioni. Mi diedero del ruffiano ma avevo ragione io”.

Intervistato da Francesco Gilioli e Antonio Nasso per Repubblica Emilio Fede ricorda anche un aneddoto, ovvero quando fece quella firma falsa al matrimonio di Paolo Brosio.

Eppure quello con Mediaset non è stato affatto un addio sereno, anzi. “Mi hanno tolto tutto: casa, auto, autista e benefit. Ora vivo pagando l’affitto e le bollette di un immobile che mi spetterebbe di diritto. Sono stati mesi terribili”. Così Emilio Fede è tornato a parlare sul licenziamento da Mediaset, avvenuto nel marzo 2012. L’ex direttore del Tg4 racconta a Il Tempo: “Era il 28 marzo quando, dopo aver terminato l’ultima edizione del telegiornale, stavo per raggiungere Silvio Berlusconi a San Siro. Due dirigenti di Mediaset vennero da me e mi dissero: Sei licenziato”. Fede spiega di saper bene com’è andata:

“C’è stata una cospirazione per farmi fuori, gli accordi prevedevano che da luglio 2012 sarei andato in pensione mantenendo comunque il titolo di direttore editoriale e tutti i benefit. Invece a febbraio arrivò una lettera anonima al Corriere della Sera e a La Stampa, in cui si sosteneva che io avevo tentato di portare in Svizzera diversi milioni di euro. Questo ha generato una grande confusione a Mediaset ed ha portato al licenziamento. Credo di sapere chi mi ha voluto far fuori: è un esterno, non lavora nell’azienda. Intanto lancio un appello: chi sa qualcosa, parli”.