Finanziamenti ai partiti: Lega-Radicali frenano. Trasparenza a rischio

Pubblicato il 13 Aprile 2012 - 20:48 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L'ipotesi che la proposta di legge sulla trasparenza dei partiti firmata da Alfano, Bersani e Casini possa essere esaminata in sede legislativa dalla commissione Affari Costituzionali della Camera, per accelerarne i tempi di approvazione, sembra sempre piu' impraticabile.

Se e' vero infatti che una volta assegnato in sede referente, il testo potrebbe passare in legislativa su richiesta dei 4/5 della commissione (i componenti sono 47 e si dovrebbero trovare almeno 10 firme contrarie, ma i leghisti e radicali, contrari all'idea, sono in tutto 6), e' anche vero che basterebbe l'istanza di un decimo dei deputati (cioe' 63) per far tornare all'attenzione dell' Aula il provvedimento. E tra deputati del Carroccio e i radicali, favorevoli a che ''una materia cosi' importante'' venga esaminata in Assemblea, si arriverebbe a 65 (59 piu' 6): un numero sufficiente ad evitare che l'esame della proposta di legge si concluda solo in commissione senza passare per l'Aula. L'Idv, invece, che prepara un referendum contro i rimborsi elettorali, avverte che contestera' il testo nel merito, ma non dira' 'no' alla legislativa.

''Se i leghisti si opponessero a questa ipotesi – spiega Maurizio Turco – alle loro firme si aggiungerebbero quelle di noi sei radicali''. E dal Carroccio si conferma: bene un percorso rapido, ma una discussione ''cosi' importante'' e' giusto che venga fatta in modo ''approfondito in Assemblea''.

Ma, se anche tramontasse l'ipotesi della sede legislativa, si potrebbe prevedere sempre un percorso accelerato. Ad una condizione pero': che la commissione presieduta da Donato Bruno (Pdl) riesca a licenziare il testo in brevissimo tempo, 15 giorni al massimo. In questo caso, la Conferenza dei Capigruppo potrebbe anche fissarne l'esame in Aula nel giro di un mese, anziche' nei due mesi canonici. Ma se e' vero, si ricorda nella maggioranza, che il Lodo Alfano venne licenziato in 9 giorni, e' anche vero che la materia dei controlli dei bilanci e' ormai incandescente.

La norma messa a punto dai tecnici Gianclaudio Bressa e Antonio Misiani (Pd); Giampiero D'Alia, Pino Pisicchio e Benedetto Della Vedova (Terzo Polo); Donato Bruno e Massimo Corsaro (Pdl) sulla trasparenza dei bilanci, se entrasse in vigore prima dell'erogazione dell'ultima tranche dei rimborsi elettorali, potrebbe creare non pochi problemi a chi, come la Lega (almeno a giudicare dalle inchieste in corso) potrebbe non avere i conti in ordine. Le sanzioni pecuniarie sarebbero, infatti, pari a tre volte le irregolarita' commesse.

In piu', Lega e Radicali vorrebbero che il tema 'controlli' venisse esaminato insieme a quello 'finanziamenti', cioe' insieme alla riforma dell'articolo 49 della Costituzione (sui partiti) attesa per fine maggio in Aula. Per la quale pero' il relatore Andrea Orsini (Pt) non ha ancora preparato un testo unificato. E alla fine non si esclude che questo possa avvenire sul serio. Contando i giorni in cui il Parlamento non lavorera' (25 aprile, 1 maggio, pausa per le amministrative) anche il testo di 'ABC' rischierebbe di arrivare in Aula nello stesso periodo. E se le due 'riforme' si riunissero, il dibattito potrebbe durare a lungo anche perche' in quella del 49 ci sono altre due questioni 'calde': riconoscimento della personalita' giuridica ai partiti e 'capitolo' finanziamenti. Per affrontare il quale e' in campo piu' di una 'ricetta'. Perplessita' sulla proposta di legge 'ABC' intanto si avvertono anche nel Pd.

''Fino a quando non si modifichera' la scandalosa legge del 1999, frutto di un colpo di mano dei tesorieri di tutti i partiti – spiega Salvatore Vassallo – non ci potra' essere un controllo sulla spesa e si dovra' convivere con l'ipocrisia del 'rimborso' elettorale''. In piu', i 'controllori' dovrebbero essere effettivamente separati dalla politica, magari ricorrendo a un'estrazione a sorte tra magistrature contabili e amministrative.