Fini duro sull’immigrazione: “No a politiche xenofobe e razziste, basta affrontare il problema con un’ottica riduttiva”

Pubblicato il 26 Agosto 2009 - 18:35 OLTRE 6 MESI FA

Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che parla con Roberto Cota della Lega (sulla sinistra) e Antonello Soro del Pd (sulla destra)

Avverte di stare attenti alle politiche razziste e xenofobe in fatto di immigrazione e dice basta anche ad un approccio “emotivo” del problema. Gianfranco Fini prende la parola durante la festa del Pd di Genova e si leva più di un sassolino dalla scarpa, lanciando un monito, nemmeno troppo velato, a Lega e Pdl sul tema dell’immigrazione.

«Affrontare un tema così grande – afferma Fini – con un’ottica riduttiva, che qualche esponente politico sembra avere, rischia di non portarci da nessun parte. L’approccio emotivo e fondato soltanto sulla questione della sicurezza dei cittadini italiani è miope e sbagliato».

Dopo aver ricordato ancora una volta che i diritti fondamentali dell’uomo sono «universali e non possono essere negati», il presidente della Camera sottolinea che di fronte «alla portata biblica delle migrazioni, le risposte devono essere quanto più globali possibile».

Le frecciate alla politica del Carroccio aumentano a mano a mano che il discorso va avanti. «Chi arriva in Italia è una persona – ribadisce Fini – La distinzione tra regolare e clandestino non può essere la cartina al tornasole per orientare una politica. Si deve avere estremo rigore nel rispetto delle regole fondamentali per l’ingresso e la permanenza sul territorio nazionale, ma censura nei confronti di qualsiasi politica che sia vagamente discriminatoria, xenofoba, razzista».

È a metà del suo discorso, poi, che Fini fa esplicito riferimento al partito di Bossi, affermando: «Ho l’impressione che il Carroccio continui a guardare con lo specchietto retrovisore, o se volete guarda al quotidiano. Mi auguro che il Pdl comprenda che se si limita a produrre una fotocopia della politica dell’originale, dove per originale si intende la Lega Nord, è naturale che l’originale sia sempre più gradito. Per questo è necessario che il Pdl affini l’approccio alla materia».

E poi aggiunge: «Alcune politiche fatte in Italia non dovevano essere inserite in un provvedimento normativo e sono lieto che il Parlamento abbia detto di no». Una di queste, esplicita il presidente della Camera, è «la norma che prevedeva che se un clandestino si presenta in ospedale non ha diritto di essere curato».

Il presidente della Camera accoglie comunque positivamente il chiarimento del Carroccio dopo l’articolo della “Padania” che parlava di una possibile revisione del Concordato. «È positivo che la Lega nord abbia detto “non se ne discute, il Concordato non c’entra nulla”. E ci mancherebbe. La Chiesa – aggiunge – lancia un messaggio di carattere universale: come si può pensare che abbia un’ottica nazionale? Non si può piegare la Chiesa alla propaganda quotidiana, come se fosse un perenne comizio di periferia quello che viene da una fonte così autorevole».