Fini: retromarcia corta. Un altro passo e il 14 dicembre finisce nel burrone

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 19 Novembre 2010 - 13:15 OLTRE 6 MESI FA

Retromarcia è retromarcia, non ci piove. Solo che quella di Gianfranco Fini è retromarcia corta, un altro giro di ruote all’indietro e la macchina finisce nel burrone. Il giorno dopo l’appello alla “responsabilità” i finiani tentano di negare l’evidenza: prima del suo ultimo messaggio televisivo Fini aveva detto chiaro e tondo cosa voleva e cosa non voleva. Era chiaro e tondo che non voleva un’allenza elettorale con il Pd o “peggio” con tutta la sinistra. Era tondo che non credeva e non puntava a un governo sostenuto da una maggioranza improbabile che andasse da Fli a Di Pietro passando per Casini e Bersani. Ed era chiaro e tondo che voleva un altro governo di centro destra, con l’Udc e soprattutto senza Berlusconi premier. Chiaro e tondo l’aveva detto Fini a Bossi, chiara e tonda era la richiesta che Berlusconi si dimettesse. Se queste dimissioni non arrivavano, Fini era disposto a correre il rischio di elezioni anticipate. Entrambe le partite, quella di un altro governo e quella di elezioni era chiaro che Fini volesse giocarsele a destra. A destra, ma senza Berlusconi.

Ora non è più chiaro e tanto meno tondo. Ora Fini ha fatto evidentemente retromarcia, la condizione sine qua non delle dimissioni di Berlusconi e l’obiettivo che Berlusconi non sia più premier sfumano se non proprio evaporano nell’ultimo discorso di Fini. Ma è, appunto, retromarcia corta. Può Fini on votare la sfiducia a Berlusconi alla Camera e al Senato il 14 dicembre, può spingere la retromarcia fino a questo punto? Se lo fa la sua sarà una ritirata…in convento. Se i finiani alle Camere non votano la sfiducia a Berlusconi per loro è peggio che essere battuti in quel voto. Se Berlusconi infatti dovesse ilo 14 dicembre avere la fiducia delle due Camere nonostante il voto contrario dei finiani, allora Fli mostrerebbe la sua debolezza. Uno smacco, una sconfitta, un colpo tremendo. Ma se i finiani non votano la sfiducia, la macchina neonata di Fli, il nuovo partito, l’ipotesi e la suggestione di una nuova destra mostrerebbero di peggio e di più: la loro inutilità. Se Berlusconi resta premier, il governo resta lo stesso e tutto ricomincia più o meno come prima, Fini si consegna all’irrilevanza politica. Insomma nessuno avrà buoni motivi per prenderlo sul serio. Quindi è stata retromarcia di sicuro, ma arrivare fino a votare la fiducia a Berlusconi Fini non può. O meglio, può solo di fatto chiudendo la “bottega” politica appena aperta. Se Berlusconi passa indenne la prova del 14 dicembre, nemmeno Fini può pensare di continuare il gioco del logorio di un governo che si regge su pochi voti di maggioranza. Il logorio logorerebbe il logoratore.

E allora perchè Fini ha fatto retromarcia?

Primo: perchè è svanita la minaccia da agitare in faccia a Berlusconi di un governo “tecnico”, cioè poggiato su un’altra maggioranza. Berlusconi ha visto questa carta ed ha visto che era un bluff. Non se la sente Casini, non ci sta Di Pietro, il Pd ha in questo momento una volontà politica solida come gelatina. E poi lo stesso Fini questo governo tecnico voleva fosse appunto “minaccia” e non realtà. Qualcosa che poteva spaventare Berlusconi e indurlo a mollare. Ma qualcosa in cui Fini e Fli non hanno natura e voglia di ficcarsi davvero, altrimenti il loro essere destra si appanna e si squaglia di fronte all’elettorato.

Secondo: perché Berlusconi sta recuperando voti in Parlamento per l’appuntamento del 14 dicembre. Non ancora e forse mai tutti quelli che gli servono alla Camera, però qualcuno si sposta.

Terzo: perchè Fini, come gli altri peraltro, non sa bene ancora cosa fare. Se continua la retromarcia finisce nel burrone dell’irrilevanza e dell’inutilità, diventa una “bolla” politica. Se ferma la retromarcia rischia la sconfitta. E, se non perde la partita del 14 dicembre, rischia elezioni dove non sa se può andare da solo, gli serve l’otto per cento, o con Casini e Rutelli. Una sola cosa è sicura, anzi due: è retromarcia, è ritirata. Ed è corta.