Firenze, i giovani Pd contro Renzi: “Se vince le primarie non lo votiamo”

Pubblicato il 12 Settembre 2012 - 11:35 OLTRE 6 MESI FA
Matteo Renzi (Lapresse)

FIRENZE – Matteo Renzi, 37 anni, candidato alle primarie del Pd non ha certo quel solido radicamento locale che serve a un aspirante leader. A Firenze, i giovani dirigenti del partito vorrebbero già rottamare il sindaco. Marco Imarisio a pagina 15 del Corriere della Sera traccia una mappa dei dissidenti del Pd fiorentino. Quelli che non apprezzano il carisma, il piglio e il leaderismo “made in Silvio” del Renzi.

Nemo propheta in patria, questo si sapeva già, ma in giro per le Cascine, tradizionale sede fiorentina della Festa democratica, Imarisio osserva che gli anti-Renzi sono piuttosto incarogniti: “Se vince le primarie non lo votiamo”.  A dirlo proprio esplicitamente è Patrizio Mecacci, classe 1984, segretario metropolitano del Pd cittadino che argometna: “Matteo ha trasformato le primarie in una resa dei conti nel partito, creando fratture delle quali non si sentiva il bisogno. Pensa a se stesso e la sua campagna manca di respiro programmatico”.

I giovani innanzitutto non gradiscono la confusione programmatica: quali sono le idee di Matteo Renzi? A parte il ricambio generazionale, la riduzione del numero dei parlamentari e la non candidatura di chi è condannato. Come sarà composto il centrosinistra a guida di Renzi?

Cecilia, dal 2009 in consiglio comunale, da dove anima un gruppo di dissidenti che si astengono sulle delibere del sindaco, spesso appoggiate da Lega e Fli per compensare i voti mancanti, accusa: “Fa accordi con tutti, e in città questa cosa della destra che voterà per lui alle primarie non è campata in aria. Qui si limita agli annunci. Sul progetto della nuova tramvia che potrebbe liberarci da un traffico infernale tiene tutto bloccato. Perché i lavori in strada non garbano alla gente e lui vive di consenso”.

E Andrea Giorgio, segretario toscano dei giovani Pd, si scalda: “Mentre lui predicava la rottamazione, io giravo la Toscana in furgone per parlare ai proprietari delle Pmi, siamo la prima Regione ad aver fatto un accodo per retribuire gli stage lavorativi. Ma per lui siamo un partito di ragazzini, da mandare a casa”.

In effetti dalla loro l’anagrafica, perché messi insieme Patrizio, Cecilia e Andrea non arrivano a novantanni. Secondo il Corriere, a Firenze ci sono:

“Un nuovo gruppo dirigente fiorentino molto di sinistra e un nuovo sindaco molto cattolico, e chi ci vuole vedere una metafora sulle anime diverse e non sempre conciliabili che animano il Pd nazionale, è libero di farlo. Ma forse la verità è un’altra. Nel 2009 Renzi si è preso Palazzo Vecchio, non il partito. E la sua scalata in solitaria alle primarie cittadine ha piallato la vecchia classe dirigente. Non c’è più molto, del Pd fiorentino dei primordi. Chi resta però di quella stagione ha memoria da elefante. Non  perdona lo strappo di Renzi e fa da guida a una generazione nuova che ha riempito il vuoto”.