Flavio Zanonato: “Economia a un punto di non ritorno”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Luglio 2013 - 13:05| Aggiornato il 3 Luglio 2013 OLTRE 6 MESI FA
Flavio Zanonato: "Economia a un punto di non ritorno"

Flavio Zanonato: “Economia a un punto di non ritorno”

ROMA – ”Siamo arrivati ad un punto di non ritorno, abbiamo bisogno di tornare a crescere in tempi rapidi, è una corsa contro il tempo per dare speranza alla nostra economia”, è il grido d’allarme del ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, lanciato all’Assemblea dell’Ania. Molto più ottimista il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, che legge un secondo trimestre di transizione “prodromico ad un consolidamento della ripresa, anche grazie alle misure che sono state prese. Credo che una luce un po’ più positiva la stiamo vedendo in questi giorni”. Ma a Saccomanni risponde il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi: “Io stimo moltissimo Saccomanni, ma in effetti la luce non la vedo ancora. Maggio è meglio di aprile, giugno di maggio, ma la produzione industriale a giugno è in calo dell’1,7% su base annua, ci stiamo stabilizzando sul fondo e verso fine anno credo che ricominceremo la risalita”. Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato che vede un Paese al “punto di non ritorno”.

Mentre Saccomanni promette “un’accelerazione sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione” e si dice favorevole a una riduzione della pressione fiscale, Squinzi replica: “Bisogna mettere mano veramente alla legge di delega fiscale. Il Paese vive una situazione di abuso di diritto fiscale”. Gli industriali chiedono al governo un gesto forte: “E’ questo che deve fare il governo Letta, rischiamo il prossimo anno di avere una risalita dello 0,3% o dello 0,4%, che non risolve i nostri problemi, una disoccupazione al 12% e al 38-40% per i giovani. Per ricreare occupazione vera serve una crescita minimo al 2-3%”.

Lunedì Zanonato aveva rilasciato un’intervista al Gazzettino, in cui aveva affrontato diversi temi. Il suo obiettivo è “mettere le nostre aziende nelle condizioni di competere alla pari con le altre imprese europee su questi piani: tasse, cuneo fiscale, costo del denaro, bolletta energetica, livello di burocrazia. Qualcosa abbiamo già fatto – ricorda – ad esempio il costo dell’energia peserà sulle bollette per mezzo miliardo in meno nel 2014”. Ora rilancia sul congelamento dell’aumento dell’Iva al 22%: “Abbiamo l’obiettivo di eliminarlo definitivamente, dopo il rinvio di tre mesi. Siamo impegnati in una corsa contro il tempo per dare speranza alla nostra economia. Stiamo attraversando una grave crisi e siamo arrivati a un punto di non ritorno. Anche piccoli e sporadici segnali positivi non sono sufficienti”.