Follini apre a un governo di larghe intese. E Cacciari firma il manifesto degli ex Pd

Pubblicato il 13 Luglio 2010 - 11:20 OLTRE 6 MESI FA

Marco Follini

Il panorama politico italiano anche oggi offre nuove possibile forme. ”Voltare pagina dal mio punto di vista è un dovere civile” sostiene il senatore del Partito democratico Marco Follini in una intervista al Fatto Quotidiano in cui apre alla proposta del leader Udc Pier Ferdinando Casini di un governo di larghe intese presieduto dal premier Silvio Berlusconi.

”Dobbiamo valutare con interesse e disponibilità l’idea di rimescolare le carte – aggiunge Follini – ma dal mio punto di vista, diverso da Casini, il primo ministro di una stagione di unità e novità non può essere Berlusconi”.

Follini si rivolge quindi a ”forze di provenienza anche diversa” perché ”si mettano all’opera per fare cose di cui questo Paese ha bisogno”, ma esclude di voler abbracciare il Terzo polo. ”Sono dentro a un partito – afferma – ed è inutile che almanacchi sugli altri poli”.

Berlusconi e Casini ”si cercano ma non si troveranno”, chiosa Follini. Il motivo, secondo il senatore Pd, consiste nel fatto che Berlusconi “cerca un Casini che non c’è più: l’alleato di una volta nel nome del bipolarismo da inverare. E Casini a sua volta cerca un Berlusconi che non c’è mai stato e che forse non ci può essere: un leader delle regole e non delle eccezioni. L’uno chiede all’altro di salire sul predellino due anni dopo, come se quel predellino fosse ancora robusto. L’altro – spiega Follini – gli risponde che è arrivato il momento che dal predellino scenda anche lui, che pure l’ha inventato”.

“Sono vent’anni e più – prosegue Follini – che la politica italiana si arrovella su come ‘normalizzare’ Berlusconi. Temo che non sia possibile. Proprio per questo somiglia a una pia illusione l’idea che possa essere lui ad aprire una nuova fase”.

“Conoscendo Casini – conclude il senatore Marco Follini – non ho dubbi sul fatto che a questo punto non salirà mai più a bordo della carovana guidata dal Cavaliere. Conoscendo, un pò meno, Berlusconi credo che continuerà a guidare la sua carovana lungo la rotta che ha creduto di disegnare. Il punto è che quella rotta si sta rivelando ogni giorno di più un vicolo cieco. Il che pone un serio problema al capo del governo. E un problema altrettanto serio ai governati”.

Nel Partito democratico comunque qualcosa si sta muovendo verso un’alleanza centrista. Tra pochi giorni verrà presentato il manifesto promosso da Alessio Vianello insieme ad alcuni rutelliani ed ex Pd, e al quale ha aderito anche Massimo Cacciari.

“Il manifesto del nord-est, sostiene Cacciari, afferma la necessità di un nuovo equilibrio politico, perché la contrapposizione tra Pd e Pdl è fallita e bisogna ragionare su altre ipotesi. Il Pd non è quello che io e altri pensavamo potesse essere. Bisogna lavorare a qualcosa di diverso.

L’ex sindaco di Venezia è tra coloro che “sarebbero andati a vedere” a cosa porta la sfida di Casini. “Quella del leader dell’Udc è una provocazione intelligente. Significa mettere allo scoperto Berlusconi, che non accetterebbe mai di di presiedere un governo di unità nazionale. Il Pd non ha fatto bene per niente a sbattergli la porta in faccia subito. Se anche il Pd fosse stato al gioco sarebbe stato meglio, ma ai Democratici anche questo è impossibile perché gli esplodono subito le contraddizioni interne”.