“Ammazza Batman” e “salva Ruby”, i due emendamenti al Senato

Pubblicato il 28 Settembre 2012 - 00:32 OLTRE 6 MESI FA
Franco Fiorito (Lapresse)

ROMA – “Ammazza” Batman e “salva” Ruby. Due emendamenti al ddl legge sulla corruzione, il primo per evitare altri episodi come quello di Franco Fiorito, detto “er batman” e per evitare che i soldi dei cittadini finiscano nelle tasche di politici corrotti. E l’altro per salvare Ruby, o meglio per salvare il presidente Berlusconi accusato di concussione.

L’emendamento, appena presentato al ddl anticorruzione dal gruppo del Pdl prevede testualmente che: “Il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che avendo ottenuto per ragioni del proprio ufficio o servizio contributi pubblici o altre erogazioni dello stesso tipo comunque denominate, destinati allo svolgimento della propria attività, li utilizza indebitamente per finalità diverse o se ne appropria, è punito con la reclusione da due a sei anni”.

Ma non solo. Carlo Vizzini, presidente della Commissione affari costituzionali, ha presentato due emendamenti al ddl anticorruzione. Con il primo si aggrava il reato di scambio elettorale politico mafioso estendendo la pena già prevista anche a chi ottiene voti in cambio della disponibilità a soddisfare le esigenze e gli interessi della mafia. “Con il secondo – spiega il parlamentare – si introduce il reato di auto riciclaggio. Si tratta di fattispecie non previste dal ddl anticorruzione ma frutto di un impegno assunto già da tempo da tutti i gruppi parlamentari”, afferma Vizzini.-

Il salva Ruby, altro emendamento all’articolo 19 del ddl sulla corruzione, invece, prevede che la corruzione per induzione indebita a dare o promettere utilità sia tale solo se queste ultime abbiano natura patrimoniale. A chiederlo è un emendamento a firma dei senatori Gallone e Compagna. A Montecitorio la modifica fu chiesta dal deputato del Pdl Francesco Paolo Sisto.

Attualmente la norma contenuta nel provvedimento, stabilisce: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, induce qualcuno a dare o a promettere indebitamente, a lui o a un terzo, denaro o altra utilità, è punito con la reclusione da 3 a 8 anni”.