Libero: “Napolitano ha aumentato le spese”. La replica: “Non è vero”

Pubblicato il 1 Marzo 2012 - 17:50 OLTRE 6 MESI FA

Giorgio Napolitano (foto Lapresse)

ROMA – Botta e risposta tra Libero e il Quirinale: il 29 febbraio il giornale diretto da Maurizio Belpietro ha pubblicato un articolo, a firma di Franco Bechis, titolato così: “Re Giorgio si aumenta la corte (e le spese)”. Occhiello: “Altro che risparmi. In sei anni il Quirinale ci costa 12 milioni in più. Cresce anche lo staff del presidente”. Il giorno successivo, la replica di Donato Marra, dello staff di Giorgio Napolitano, era titolato così: “Gli 11 milioni che il Colle non vede Il Quirinale risponde a «Libero»: abbiamo contenuto le spese”. Ma Libero rivendica: “Ma i bilanci dicono altro”.

Ecco cosa scriveva Bechis: “L’anno dell’addio di Carlo Azeglio Ciampi – il 2006 – il Quirinale aveva un fondo di dotazione di 216 milioni di euro. Nel 2012 sarà di 228 milioni di euro. Se la matematica non è un’opinione, si tratta di 12 milioni di euro in più. Quando si taglia la spesa, questa si riduce, non aumenta. I 60,5 milioni di risparmi calcolati da Napolitano sono quello che grazie a un trend di spese pazze, il Quirinale avrebbe pensato di spendere di più, e che invece non ha osato buttare via dalla finestra come era costume. Lodevole intento, ma non si tratta di una riduzione dei costi. Il complesso di spese per la monarchia inglese nel 2006 contava su una dotazione pubblica (fra contributo diretto e prestiti) di 38,5 milioni di euro. Oggi quella somma è di 34,2 milioni di euro.

Questa è una riduzione di spesa vera. Nello stesso periodo dunque la Regina Elisabetta è costata ai contribuenti inglesi l’11,1% in meno, mentre il presidente Napolitano è costato ai contribuenti italiani il 5,5% di più. Anche la dotazione dell’Eliseo è cresciuta nello stesso periodo. Era di 108,9 milioni di euro, ed è diventata di 110,6 milioni di euro. In percentuale significa un rincaro dell’1,5%, e cioè una crescita di costi quasi quattro volte inferiore a quella del Quirinale. Di vero nelle celebrazioni del Colle c’è solo la riduzione numerica del personale. Che è consistente, essendo passata dai 2.158 dipendenti dell’ulti – mo anno di Ciampi agli attuali 1.787 dipendenti.

Però è a stata a doppia velocità: grazie al blocco del turn over e alla riduzione del personale militare e di ruolo e dei comandi da altre amministrazioni, il totale si è ridotto. È aumentato però il personale a contratto legato al mandato del presidente della Repubblica (in sostanza il suo staff): da 85 a 103. Il numero è clamoroso, perché è il doppio dello staff della Regina di Inghilterra (49) e superiore del 25% allo staff del presidente francese (78). Anche il totale – ridotto – del personale della presidenza della Repubblica italiana è clamoroso quando viene messo a confronto con la monarchia inglese (423 dipendenti fra Regina, addetti alle proprietà immobiliari della Corona e impiegati nelle compagnie di trasporto reali) e con lo stesso Eliseo (943 dipendenti).

Nonostante la riduzione numerica, fra Ciampi e Napolitano è riuscita ad aumentare anche la spesa per il personale, passata da 205,8 a 221 milioni di euro. Gli stipendi in sé sono diminuiti (da 134,6 a 132,8 milioni di euro), ma sono aumentati i contributi previdenziali e assistenziali (da 71,2 a 88,2 milioni di euro). Anche qui salta all’occhio una differenza sorprendente con la monarchia inglese e con la presidenza francese. Ogni dipendente del Quirinale costa mediamente 123.670 euro all’anno. È quasi il doppio dei 74.160 euro che spende per dipendente l’Eliseo, ed è esattamente il triplo di quanto costa ogni dipendente della casa reale inglese: 43.546 euro”.

Questa la replica di Donato Marra: “È bensì vero che rispetto al 2006 (anno peraltro gestito solo in parte dall’attuale Amministrazione) la dotazione a carico del bilancio dello Stato è aumentata di 11 milioni di euro (228 milioni rispetto ai 217 del 2006, e non già 216, come inesattamente riportato nell’articolo) – in misura pari al 5 per cento, largamente inferiore alla inflazione maturata nel frattempo, pari a tutt’oggi al 13,7 per cento – ma si tralascia di considerare che qualora non fossero state adottate tutte le misure più volte illustrate di riorganizzazione amministrativa e di contenimento delle spese il fabbisogno sarebbe aumentato di oltre 60 milioni di euro (ammontare delle economie realizzate nel frattempo, come puntualmente indicato nell’ultima nota illustrativa del bilancio di previsione per il 2012).

In particolare già nel 2007, a meno di un anno dall’insedia – mento del Presidente Napolitano, si è provveduto ad abrogare il meccanismo di allineamento automatico delle retribuzioni del personale a quelle del Senato – frutto di un accordo del 1985, poi costantemente applicato e definitivamente formalizzato con decreto presidenziale del 25 novembre 2002 – che aveva peraltro già prodotto i suoi effetti per il 2006 ed il 2007. Dal 2008 in poi è stato così possibile congelare l’importo tabellare delle retribuzioni e l’ammontare delle pensioni fino a tutto il 2013, nonché la stessa dotazione a carico del bilancio dello Stato al livello del 2008, a fronte di un’inflazione dell’8,4 per cento maturata in tale periodo. Si precisa inoltre che la riduzione del personale è stata conseguita esclusivamente attraverso il blocco del turn over e che gli effetti delle diverse misure adottate non si sono ancora esauriti.

Non è esatto inoltre affermare che sarebbe aumentato da 85 a 103 il personale “a contratto legato al mandato” del Presidente della Repubblica: da un’attenta lettura della nota relativa al bilancio di previsione per il 2007 risulta infatti che, alla data del 31 dicembre 2006, alle 85 unità di personale comandato vanno aggiunte 23 unità a contratto per un totale di 108 unità. Tale personale, al 31 dicembre 2011, è rimasto pertanto sostanzialmente stabile, essendo indifferente, per il personale legato da un rapporto fiduciario, la qualifica di personale comandato o a contratto. Per quantificare poi più esattamente lo staff del Presidente la cifra complessiva deve essere depurata del personale addetto alla Casa militare, pari a 35 unità (per tradizione personale comandato, ancorchè non legato da alcun rapporto fiduciario con il Presidente) e del personale, comandato o a contratto, inserito negli staff dei Consiglieri del Presidente della Repubblica.