Giovanni De Paoli: “Frase choc su gay? Mi porta 10mila voti”

di redazione Blitz
Pubblicato il 16 Marzo 2016 - 11:48 OLTRE 6 MESI FA
Giovanni De Paoli: "Frase choc su gay? Mi porta 10mila voti"

Giovanni De Paoli: “Frase choc su gay? Mi porta 10mila voti”

GENOVA – La frase choc sui gay? “Mi porta 10 mila voti”. Questo l’ultimo exploit di Giovanni De Paoli, il consigliere della Lega Nord in Liguria finito nella bufera per le parole, da lui sempre smentite, dette nel corso di una seduta della Commissione Famiglia. Era il 10 febbraio scorso quando De Paoli fu udito pronunciare la seguente frase: “Se avessi un figlio gay lo brucerei nel forno”. Dopo un’inchiesta della presidenza del Consiglio regionale, già sfumata, il consigliere ora è indagato per diffamazione e violazione della Legge Mancino sui crimini d’odio. L’inchiesta ha avuto origine da un esposto presentato da Aleksandra Matikj, presidente del Comitato per gli immigrati e contro ogni discriminazione di Genova.

“Sono tranquillissimo – disse il diretto interessato apprendendo dell’indagine in corso – Adesso però spengo il telefonino, per una settimana non devo parlare con i giornalisti”. E così ha fatto, glissando le domande dei cronisti e persino un appostamento delle Iene, da lui stesso ricordato: “Sono rimaste sotto casa mia per due giorni”.

Raggiunto da Daniele Grillo del Secolo XIX alla fine De Paoli si è arreso e ha replicato all’affondo della capogruppo del Pd Raffaella Paita, che insieme a Gianni Pastorino (Rete a sinistra) ha chiesto pesanti sanzioni e le dimissioni del collega. Richiesta poi stoppata dalla mancata firma di M5s. De Paoli però contraccambia: “Parla proprio lei che è indagata per un alluvione con dei morti?”.

La frase incriminata, se mai fu detta, sarebbe stata pronunciata davanti ad altri due genitori, Manrico Polmonari e Stefania Gori. Ma De Paoli, subito subissato dalle polemiche, ha negato aggiungendo un avverbio determinante: ““Ho detto che se avessi un figlio gay NON lo brucerei nel forno”. E al Secolo XIX ribadisce: “Ho detto non lo brucerei certo nella stufa. Stufa, tra l’altro, non forno. Eravamo nel pieno delle celebrazioni per il giorno della memoria, qualcuno ha confuso…”

Salvo poi terminare con altri coloriti affondi:

“Sa qual è la verità, di tutta questa faccenda?”. No. “Che tutto questo polverone mi ha portato una grande pubblicità. Ancora ieri a un distributore di benzina di Lavagna un tizio mi ha riconosciuto, mi ha fermato e mi ha detto: “Grande De Paoli! Vada avanti così, in molti la pensano come lei!”. Anche se stando alla smentita ufficiale, il ragionamento non filerebbe. “La verità è che se mi ricandidassi domani, con tutta questa pubblicità verrei sicuramente rieletto – sorride, ma senza sarcasmo – e lo sa con quanti voti? Diecimila”.