Magistrati a cottimo? Fa discutere il modo per sfoltire le cause arretrate

Pubblicato il 16 Luglio 2012 - 13:11 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Sfoltire l’incredibile numero di processi che ingolfa la macchina della giustizia, 5 milioni di cause civili arretrate, è inderogabile. Ma avrà un prezzo: diciamo così, che l’interesse prevalente della razionalizzazione della macchina giudiziaria potrebbe pregiudicare, potenzialmente, i diritti a un processo equo e con tutti i crismi. Chiudere i tribunali più piccoli, liberare risorse ed efficienza, non basta: per aggredire immediatamente il carico di arretrato di Corti d’appello e Cassazione, individuate come emergenza prioritaria, verranno chiamati a collaborare anche magistrati onorari e consiglieri “a orologeria”, cioè giusto il tempo necessario per svolgere il lavoro. A cottimo, si chiede anche il Sole 24 Ore?

Cioè tante cause fai tanto prendi. D’altra parte un incentivo alla produttività, in questo caso urgenza indifferibile, si impone nella scelta delle modalità di remunerazione della task force messa in piedi. Una modalità che appare stridente rispetto a una concezione della giustizia ridotta a mero rapporto quantitativo che mette in dubbio l’attenzione che l’unicità di ogni singolo processo meriterebbe. I soldi a disposizione sono pochi: 75 milioni per riuscire in 5/10 anni a smaltire tutto l’arretrato. Ognuno potrà essere portato a sospettare della velocità di un giudice onorario o a un consigliere a tempo per redigere una sentenza.

Sarà stato così rapido perché la causa lo consentiva o perché più cause fa più prende in busta paga? In fondo è la stessa preoccupazione sorta per gli incentivi alla produttività conferiti ai vigili nel comminare le multe. Ma, alla fine dei conti, c’è un altro modo per spianare quella montagna di arretrati che, oltre a negare l’elementare diritto a non essere giudicati a 10 anni di distanza dai fatti, è uno dei fattori più influenti di mancata crescita?