4 mln di cause pendenti: i presidenti di tribunale diventano manager

Pubblicato il 28 Novembre 2011 - 13:51 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Il primo compito del nuovo ministro della Giustizia è una sfida, una “mission impossible”. Aggredire l’enorme carico di cause pendenti, smaltire la montagna di arretrati. Paola Severino ha già tracciato le sue linee guida e le ha presentate al presidente del Consiglio: ma intanto bisognerà valutare gli effetti delle misure di riorganizzazione del sistema giudiziario promosse dal precedente governo. Misure alle quali va dato subito un quadro normativo e terminare il percorso parlamentare che ne inquadri la cornice legislativa. La terapia d’urto per la giustizia civile si fonda, in primo luogo, sulla capacità dei capo-ufficio di trasformarsi in manager. Ogni anno sono iscritte un po’ meno di tre milioni di cause civili, quasi quattro milioni sono quelle in attesa di essere evase. Troppe, soprattutto nel confronto con gli altri paesi europei. Anche perché il personale giuridico a disposizione non ce la fa a sostenere il carico.

Si calcola che una volta entrati a regime, gli interventi potranno liberare almeno 6 mila unità nel personale amministrativo e mille giudici, attraverso la chiusura degli uffici più piccoli e periferici e la ricollocazione di magistrati e impiegati. Sul progetto di razionalizzazione, inserito nella delega della manovra estiva, il ministro Severino sta approntando i decreti delegati. Entro la fine di ogni anno, i manager-magistrati (presidenti di tribunali e di corti d’appello) dovranno stabilire i criteri di priorità nella trattazione delle cause arretrate.