Gli amori di Gianfranco Fini, dalla moglie Daniela a Elisabetta Tulliani

Pubblicato il 14 Agosto 2010 - 06:00 OLTRE 6 MESI FA

da: Dagospia

Dall'album di famiglia: il primo matrimonio di Daniela Fini, all'ombra bellicosa del Duce

Dagospia.com raccoglie in un unico post tre articoli sulle vicende amorose, sempre intrecciate di politica, di Gianfranco Fini.

Il titolo è tipico di Dagospia:  “GIAN-FIASCO FINI STORY, UN POVERO UOMO MAI BACIATO DALLA FORTUNA (CON LE DONNE) –

1- ALL’INIZIO SBUCA DANIELA DI SOTTO, PRIMA MOGLIE CHE FINI STRAPPA DALLE BRACCIA DEL PICCHIATORE FASCISTA SERGIO MARIANI (CHE REGOLÒ I CONTI CON UN’INTERVISTA AL VETRIOLO). DANIELA FINISCE POI INTERCETTATA PER UNA STORIA DI MALASANITÀ IN DUPLEX CON CHECCHINO PROIETTI, SEGRETARIO PARTICOLARE DI GIAN-MENEFREGO –

2- PRIMA DI FINIRE NEL TRITACARNE DELLA FAMIGLIA TULLIANI, FINI DEVE TRAPASSARE I PETTEGOLEZZI SULLA PRESUNTA LOVE-STORY CON STEFANIA PRESTIGIACOMO. LE CHIACCHIERE ALLA ‘CAFFETTERIA’ CAUSARONO LA ROTTURA COI COLONNELLI LA RUSSA E MATTEOLI –

3- L’AMORALE DELLA FAVOLA: PIÙ CHE DA BERLUSCONI, FINI DEVE STARE LONTANO DALLE DONNE”.

Si segnala una lunga intervista a Marco Damilano dell’Espresso data da Sergio Mariani, primo marito di Daniela Di Sotto, ex moglie di Fini. Le parole di Mariani, che ha anche le sue comprensibili ragioni per detestare Fini, vanno prese con le molle, ma il racconto è talvolta esilarante. Come quando Mariani rievoca gli esordi di Fini tra i picchiatori neofascisti romani.

Fini era emarginato, distaccato. E poi raccontava cose false: che proveniva dalla Giovane Italia di Bologna, che abitava in piazza di Torre Argentina e invece stava a Monteverde, che era figlio di un alto dirigente di una multinazionale del petrolio. Alcuni di noi sospettarono che fosse un infiltrato della polizia. Una sera decidono di dargli una lezione, bastonarlo. Salgo anch’io in macchina. Lui si accorge del pedinamento, scappa, si infila in un palazzo. Io lo seguo da solo, entro, scendo giù. Trovo Gianfranco rannicchiato in un sottoscala. Mi prende le gambe e mi dice: ‘Sergio, che colpa ne ho se non ho il vostro coraggio?’. Mi sembrò un atto di sincerità. Ho visto il Fini sempre ingessato che si apriva. Diventammo amici”.

L’amicizia ebbe termine quando Fini portò via a Mariani la moglie Daniela. La fede fascista e la devozione al partito non furono sufficienti a curare l’onore ferito.

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