Governo, arriva il decreto per gli 80 euro. Tagli a sanità, difesa, manager

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Aprile 2014 - 21:36 OLTRE 6 MESI FA
Governo, arriva il decreto per gli 80 euro. Tagli a sanità, difesa, manager

Governo, arriva il decreto per gli 80 euro. Tagli a sanità, difesa, manager

ROMA –  Gli 80 euro al mese per quelli che hanno un stipendio tra 1.100 euro e 1.500 al mese, ovvero per i redditi da 17.000 a 24.500 euro all’anno arrivano davvero.  Arrivano con un decreto articolato, ancora in bozza e in evoluzione,  che comprende novità fiscali per Irpef, Irap, rendite finanziarie e anche Imu sui fabbricati rurali. Tagli e riorganizzazioni di spesa per gli acquisti, gli stipendi dei dirigenti della pubblica amministrazione e sulla difesa. Ma anche sul capitolo spinoso della Sanità, su alcune istituzioni, con auto blu e risparmi elettrici compresi.

Sono moltissime le norme che il governo ha elaborato per il decreto del calo Irpef e con le prime norme di spending review e contenute in una bozza che è comunque ancora in via di elaborazione e, probabilmente, di profonda rielaborazione, con possibili mutamenti dell’ultima ora prima del consiglio dei ministri di venerdì.

Le misure:

IL BONUS IRPEF PER DIPENDENTI E CO.CO.CO: è un ”credito”, in pratica un Bonus, quello che sarà riconosciuto ai lavoratori dipendenti e ai Co.Co.Co per ridurre l’Irpef. Ma di fatto funzionerà come detrazioni: sarà calcolato dal datore di lavoro che dovrà erogarlo ”dal primo periodo di paga utile”, rapportandolo ai mesi rimanenti. Riguarderà anche gli incapienti e sarà rimpolpato nel 2015 per consentire una analogo sconto per un numero maggiore di mesi. Nel 2014 il meccanismo è il seguente. Il bonus è del 3,5% per i redditi fino a 17.714 euro, poi si attesta a 620 euro tra questo valore e 24.500 euro. Quindi scende progressivamente fino a ridursi a zero sulla soglia dei 28.000 euro.

Nel 2015 il bonus riconosciuto ai contribuenti salirà a 950 euro per la fascia tra i 19.000 e i 24.500 euro nel 2015, ma questo perché si spalmerà sull’intero anno. Le differenze rispetto al 2014 sono di pochi euro mensili. Sotto questa soglia il beneficio sarà del 5% sul reddito, mentre sopra questo scaglione è previsto un decalage. Il meccanismo di erogazione sposta l’onere sul datore di lavoro (o sostituto d’imposta) che tratterrà l’importo per il lavoratore dalle trattenute che deve versare. Se non sono sufficienti può effettuare il saldo a fine anno. L’importo andrà indicato nel Cud e il lavoratore potrà anche usarlo per compensare imposte da pagare.

I TAGLI ALLA SANITA‘: Nella bozza tra le coperture sono previsti 2,37 miliardi di tagli alla sanità in un biennio, riducendo il finanziamento del servizio sanitario nazionale per le Regioni e le province autonome: 868 milioni quest’anno e 1,5 miliardi dal 2015. Ma si starebbe trattando ancora.

TETTO A STIPENDI DIRIGENTI, ANCHE PER MAGISTRATI: Nuovi tetti agli stipendi dei dirigenti di amministrazioni e società pubbliche. Nessun compenso potrà superare quello del presidente della Repubblica, in base al quale (con riduzioni in percentuale) saranno calcolati anche i salari delle fasce più basse. Sono compresi nella misura anche organi costituzionali, Banca d’Italia e Autorità indipendenti, nonché magistratura e Servizio sanitario nazionale.

Il taglio degli stipendi dei dirigenti pubblici si articola in 4 fasce: si parte dal tetto di 238.000 euro parametrato al compenso del presidente della Repubblica, ridotto poi del 22% (ovvero a un massimo di 185.640 euro), del 54% (109.480) e del 60% (95.200).

POSTE E  FS ESCLUSE DAL TAGLIO.  Il taglio degli stipendi dei manager pubblici riguarda le società a partecipazione pubblica ma non le quotate né quelle emittenti strumenti finanziari (FS o Poste ad esempio).  Nella bozza del decreto aumentano, rispetto alle ipotesi precedenti, i tagli lineari previsti per le società a totale controllo pubblico dal 2 al 2,5% quest’anno e dal 3,5% al 4% l’anno prossimo. Anche in questo caso Poste è esclusa in quanto in via di privatizzazione.

IRAP, ARRIVA IL TAGLIO, A META’ NEL 2014: Il taglio del 10% dell’Irap scatterà dal 2015, quest’anno invece si fermerà a metà strada. L’aliquota principale dell’Irap passerà dal 3,9% al 3,5% nel 2015 mentre per quest’anno è prevista un’aliquota intermedia del 3,75%. Calano anche le altre aliquote previste, da quelle per le banche a quelle per l’agricoltura: dal 4,2 si scende al 3,8 per cento, dal 5,9 al 5,3 per cento, dall’1,9 all’1,7%.

RENDITE FINANZIARIE, SALE IL PRELIEVO: Salgono al 26% le ritenute e le imposte sostitutive sugli interessi, premi e ogni altro provento assimilabile alle rendite finanziarie. Lo si legge nella bozza del dl sulla spending review, utilizzata per coprire il taglio di Irpef e Irap, in arrivo al prossimo cdm.

IMU FABBRICATI RURALI: Il dl Irpef-spending review elimina dal primo gennaio di quest’anno l’esenzione Imu per i fabbricati rurali ad uso strumentale. Erano stati esentati come le prime case nel 2013.

TAGLI DIFESA: Tagli per 200 milioni quest’anno e per 900 milioni a partire dal 2015. Sono gli interventi previsti per la ”rideterminazione di programmi di investimento per la difesa nazionale” inseriti nel decreto. Nella Bozza il taglio degli F35 non è indicata espressamente.

PALAZZO CHIGI, ‘SELF-TAGLIO’: Anche Palazzo Chigi è coinvolta nel piano di risparmi imposto dalla spending review. Secondo la bozza del dl Irpef in arrivo in Cdm, la presidenza del Consiglio concorre al raggiungimento degli obiettivi con un risparmio complessivo di 20 milioni nel 2014 e 24 milioni dal 2015.

SCONTI LETTERE ELETTORALI: Addio agevolazioni per le lettere spedite per fare campagna elettorale. A partire da subito, quindi elezioni europee comprese.

P.A RISPARMIA SULLA LUCE: Torna l’operazione ribattezzata ‘Cieli bui’ per ridurre il costo dell’illuminazione pubblica in parcheggi, aree artigianali o industriali, esterni di edifici pubblici o monumenti. Saranno stabilite nuove norme per l’illuminazione stradale che tengano conto, oltre che della sicurezza, anche del risparmio energetico e del contenimento della spesa. Obiettivo ”non inferiore a 100 milioni”.

AUTO BLU: La spesa per l’acquisto, la manutenzione, il noleggio di auto della p.a., nonché per l’acquisto di buoni taxi, (comprese Autorità indipendenti e Consob) non potrà superare da quest’anno il 30% della spesa sostenuta nel 2011.

ADDIO PRA: Chiuderà il pubblico registro automobilistico. Le funzioni di registrazione della proprietà degli autoveicoli passano al Ministero dei Trasporti, così come il personale adibito. Risparmio di spesa: almeno 60 milioni dal 2015.

SOCIETA’ PUBBLICHE: Le società a totale partecipazione pubblica diretta o indiretta dello Stato dovranno tagliare i costi “nella misura non inferiore al 2% nel 2014 e al 3,5% nel 2015”. La disposizione non si applica alle società per le quali “alla data di entrata in vigore del decreto risultano già avviate procedure volte ad una apertura ai privati del capitale” (quindi al momento Enav e Poste).