Guido Podestà condannato per firme false pro Formigoni alle Regionali 2010

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Novembre 2014 - 17:16 OLTRE 6 MESI FA
Guido Podestà condannato per firme false pro Formigoni alle Regionali 2010

Guido Podestà condannato per firme false pro Formigoni alle Regionali 2010 (foto Ansa)

MILANO – Guido Podestà condannato per la vicenda delle firme false alle regionali in Lombardia: il presidente della provincia di Milano è stato condannato a 2 anni e 9 mesi dal tribunale di Milano nel processo per le firme ritenute false a sostegno del listino di Roberto Formigoni e della lista del Pdl nelle regionali lombarde del 2010. Condannate anche altre 4 persone.

Oltre ai 2 anni e 9 mesi inflitti a Podestà, il tribunale ha condannato gli allora consiglieri provinciali del Pdl Massimo Turci e Barbara Calzavara a due anni e mezzo di reclusione e Nicolò Mardegan e Marco Martino rispettivamente a 1 anno e un mese e 9 mesi (per entrambi con sospensione condizionale e le non menzione).

Il giudice monocratico Monica Amigone, nel condannare i cinque imputati, ha dimezzato e comunque ridotto sensibilmente le pene rispetto alle richieste del procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo in quanto ha riqualificato il reato contestato dal pm di falso ideologico in falso elettorale (previsto dalla legge speciale n. 570 del maggio 1960).

Inoltre, su un totale di 926 firme ritenute false, ha assolto i 5 imputati per una trentina di firme, quelle cioè riconosciute dai sottoscrittori convocati in aula. Infine il giudice ha dichiarato “la falsità delle liste” per cui ha emesso sentenza di condanna e ha trasmesso gli atti alla Procura in relazione a tre testimoni. Le motivazioni della sentenza saranno pronte in 90 giorni. Il procuratore aggiunto Robledo aveva chiesto di condannare Podestà a 5 anni e 8 mesi di carcere, Turci, Mardegan e Martino a 4 anni e 8 mesi e Calzavara a 4 anni.

Podestà ha così commentato: ”Questo processo è stato paradigmatico per la superficialità nella ricerca della verità da parte della Procura”. Podestà, fuori dall’aula, ha spiegato che sulla vicenda c’è ”un preconcetto” e cioè che quella sera esistesse una situazione di emergenza.