Ignazio Visco (Bankitalia): “Con crescita calerebbe lo spread, anche con debito alto”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Settembre 2014 - 07:58 OLTRE 6 MESI FA
Ignazio Visco (foto Lapresse)

Ignazio Visco (foto Lapresse)

ROMA – “Gli investimenti – dice il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, in un’intervista in apertura di prima pagina di Repubblica – dipendono anche dallo stato di certezza o incertezza”, la Bce ha cambiato passo ora l’Italia ha “poco tempo” per trasmettere un “disegno organico” e fare chiarezza sulle riforme.

Se l’economia italiana tornasse a crescere, anche col debito così alto, “lo spread si abbasserebbe ulteriormente” e si ridurrebbe il rapporto debito-pil e, aggiunge Visco, “cruciale è la capacità di crescere, che a sua volta dipende dalle riforme che si fanno”.

Stavolta avete preso i mercati di sorpresa. Cosa vi ha fatto cambiare idea e varare le misure espansive adesso?

“Prima di tutto le informazioni di quest’estate. La continua discesa del tasso d’inflazione ha convinto dei rischi anche coloro che in passato erano rimasti scettici, non solo all’interno della Bce ma anche tra gli analisti privati. In buona parte dipende dalla discesa dei prezzi dell’energia, è vero. Ma è divenuto evidente il rischio che le aspettative d’inflazione cedessero, in risposta soprattutto alla debolezza dell’economia reale. Le stime ricavabili dagli strumenti finanziari suggeriscono che l’inflazione risalirà su livelli vicini al 2% solo in un orizzonte di sette o otto anni. Il rischio di continuare a deviare a lungo da quell’obiettivo io l’avevo segnalato da tempo, ed è una preoccupazione condivisa da tutto il Consiglio direttivo della BCE. Bisogna tenere conto che la debolezza della domanda non riguarda solo i paesi più coinvolti nella crisi, ma è diffusa. Colpisce la Francia, la Germania stessa mostra difficoltà. Le previsioni di inflazione per il 2014 pubblicate dalla Bce a dicembre scorso indicavano per l’area dell’euro un valore dell’1,1%. A giugno il dato era sceso a 0,7%. Ora le previsioni aggiornate dicono 0,6%, sempre per il 2014. Questa tendenza va contrastata”.