Immigrazione, Roberta Pinotti: “Fermeremo barconi con droni e navi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Luglio 2015 - 23:40 OLTRE 6 MESI FA
Immigrazione, Roberta Pinotti: "Fermeremo barconi con droni e navi"

Il ministro della Difesa, Roberta Pinotti (Foto Lapresse)

ROMA – “Fermeremo i barconi di migranti con droni e navi“: il ministro della Difesa, Roberta Pinottiin un’intervista al Messaggero ha spiegato la strategia italiana ed europea per fermare gli sbarchi, o almeno provarci.

Il ministro torna anche su un altro argomento di stretta attualità: il terrorismo. “Non è vero che l’Isis stia vincendo. Abbiamo bisogno di una contro-narrazione”. Quanto alla missione europea nel Mediterraneo, dice, “è partita la prima fase ma per quelle ulteriori occorrono una nuova decisione europea, la risoluzione delle Nazioni Unite e un’auspicabile richiesta delle autorità libiche”.

Pinotti ha rilasciato l’intervista a pochi giorni dall’approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, del decreto di partecipazione italiana a EuNavFor Med, cioè il dispiegamento delle navi e la raccolta di informazioni sulle imbarcazioni e le rotte degli scafisti.

Al Messaggero ha spiegato:

“Le fasi ulteriori prevedono azioni di contrasto, con la possibilità di fermare i barconi in mare o individuare i luoghi di raccolta dei migranti. Queste bande criminali hanno disprezzo totale per la vita umana: trattano i migranti da schiavi, li costringono a pagare più volte, ne stuprano le donne, li chiudono a chiave nelle stive come nel film “Amistad”. Noi non possiamo accettare che sfruttino il dolore delle persone, guadagnando proventi altissimi impiegati poi chissà come”.

Sul coinvolgimento della Libia, Pinotti ha chiarito:

“Occorre che vi sia un governo riconosciuto da tutti i libici. Le fazioni di Tobruk, Zintan e Misurata hanno firmato l’accordo con l’inviato dell’Onu, Bernardino Leon. Mi auguro che si aggiunga presto la firma del Parlamento di Tripoli. Tutte le parti hanno dichiarato che gli scafisti vanno contrastati”.

Il terrorismo ha colpito duramente in Francia. Come mai l’Italia finora ne è stata immune? Siamo più fortunati, più bravi oppure non siamo un bersaglio?

“Noi non abbiamo immigrati di terza generazione come quelli che hanno colpito in Francia. Questo non vuol dire che siamo immuni. L’attentato terroristico è per sua natura subdolo e difficile da prevedere. Possiamo immaginare gli obiettivi a rischio. L’attenzione è massima”.

L’Isis ha conquistato Ramadi in Iraq e Palmira in Siria. Attacca Kobane, si estende…

“Bisogna distinguere tra propaganda dell’Isis e effettivi successi militari. La propaganda e l’enfasi con cui alcuni nostri media la rilanciano fanno passare attentati terroristici ben congegnati, come a Ramadi, per riconquista totale. La loro tecnica è micidiale, hanno messo in campo capacità nuove e diverse: terroristi sul suolo occidentale o nei Paesi musulmani non allineati col fondamentalismo. A volte si muovono come in una guerra convenzionale, altre con un mix di battaglie tradizionali e terrore, o con attentati in luoghi pubblici e, ancora, con omicidi mirati”.

Come contrastare la loro strategia di comunicazione?

“Non bisogna dare fiato al loro trionfalismo, alla loro propaganda che si basa da un lato sulla crudeltà ed efferatezza, dall’altro sull’idea di un Califfato vincente anche se non vince”.