Intercettazioni negate: chi ha salvato Berlusconi? Pd, M5S…

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Luglio 2016 - 09:59 OLTRE 6 MESI FA
Intercettazioni negate: chi ha salvato Berlusconi? Pd, M5S...

Intercettazioni negate: chi ha salvato Berlusconi? Pd, M5S…

ROMA – Intercettazioni negate: chi ha salvato Berlusconi? Pd, M5S… L’Aula del Senato “salva” Silvio Berlusconi e dice “no” alla richiesta del Tribunale di Milano di poter utilizzare nel processo Ruby-ter le 11 intercettazioni tra il Cavaliere e le ‘olgettine’. A voto segreto viene respinta, infatti – con 120 sì, 130 no e 8 astenuti – la proposta della Giunta per le Immunità di autorizzare l’uso degli ascolti. E subito dopo esplode la bagarre nell’emiciclo con i senatori del Pd e quelli del M5S che si accusano a vicenda di aver fatto nel segreto dell’urna il gioco del leader di Forza Italia. A seguire indizi e mezze prove il mistero resta, protetto dal voto segreto, ma qualche desiderio inconfessabile salta fuori.

Presenze e assenze al momenti decisivo. Rispetto alla votazione che c’era stata pochi minuti prima sull’ autorizzazione degli ascolti del senatore Antonio Milo (Ala), poi concessa, i senatori, soprattutto del M5S, sono di meno. Hanno disertato il voto sul caso Berlusconi: 4 del Pd; 3 di FI; 6 del M5S, 3 di Ncd e 1 di Ala. Per le intercettazioni di Milo, invece, sono risultati assenti: 3 del Pd; 3 di FI, 2 del M5S; 2 di Ncd, 1 di Ala.

Pd: “Sono stati i 5 Stelle per salvare uno dei suoi”. Non c’è la controprova, evidentemente, ma dal Partito Democratico è una corsa ad accusare i 5 Stelle di uno scambio poco edificante per salvare uno dei suoi. Oltre che, sul fronte politico, cementare l’asse anti-renziano.  Dal partito Democratico si fa osservare come le assenze tra i 5 stelle siano aumentate rispetto al voto precedente sull’uso delle intercettazioni (stavolta concesso) di Antonio Milo, perché in realtà, è la tesi Dem, sarebbe stato “raggiunto un accordo tra FI e M5S” perché si “salvi” alla fine anche Mario Michele Giarrusso il pentastellato accusato di diffamazione sulla cui insindacabilità l’Aula avrebbe dovuto votare in mattinata. In effetti la richiesta di rinviare il voto per l’impedimento di Giarrusso ad essere in Aula in quanto in missione con l’Antimafia viene votata anche da FI, ma il voto su di lui slitta comunque visto che la seduta è convocata solo fino alle 13 e nel pomeriggio c’è il Bilancio del Senato da votare.

Morra (M5S): “E’ la prima gallina che canta ad aver fatto l’uovo”. Respingono al mittente indignati le accuse dei Dem i senatori 5 Stelle. Per loro è chiaro il disegno di riavvicinamento Pd-Fora Italia in una logica di recupero del Patto del Nazareno. Nicola Morra individua anche il mandante: Giorgio Napolitano pochi giorni fa in una intervista ha chiamato i due partiti alla collaborazione. Morra sintetizza il disappunto con un proverbio: “E’ la prima gallina che canta ad aver fatto l’uovo”. “E’ un inciucio che non finisce mai”, incalzano i parlamentari sul blog di Grillo. Era tutto preparato a tavolino, insiste Morra con l’Huffington Post.

“Quando è venuto fuori il dato, noi siamo rimasti qualche secondo increduli mentre gli altri hanno iniziato a provocarci. A me ha fatto impressione la velocità con la quale il senatore Russo si è allontanato dall’Aula perché presumo sia andato a twittare”.

Cosa ha twittato? “Ha scritto che M5s ha negato l’autorizzazione per l’utilizzo delle intercettazioni di Berlusconi. E immediatamente siamo stati oggetto di attacchi. Insomma hanno reagito in un attimo, mentre noi eravamo ancora increduli e presi dalla baraonda che stava avvenendo in Aula. Bisogna ricordare poi che noi siamo stati sempre contrari al voto segreto. Loro oggi ne hanno approfittato per contarsi”. (Gabriella Cerami, Huffington Post)