Iintercettazioni: il Pdl dice no all’emendamento della Bongiorno sugli editori

Pubblicato il 15 Luglio 2010 - 20:53 OLTRE 6 MESI FA

Sui primi quattro emendamenti depositati dal presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno al ddl intercettazioni ”si può anche discutere”. Ma sul quinto, quello che riguarda la responsabilità giuridica degli editori ”sarà battaglia”.

Il capogruppo del Pdl in commissione Enrico Costa sul punto è piuttosto esplicito: ”La proposta di modifica presentata dalla Bongiorno sul tema dovrà essere dichiarata inammissibile”.

A spiegare tecnicamente come stanno le cose è il deputato del Pdl Manlio Contento, attento lettore di ogni norma che transita per la commissione Giustizia. ”Camera e Senato sulla responsabilità degli editori si sono già pronunciate – avverte – pertanto, siccome le regole vanno rispettate, l’emendamento che punta a modificare tale doppia decisione dovrà essere dichiarato inammissibile”.

La questione è un po’ complessa ma può sintetizzarsi all’incirca così. Nel ddl intercettazioni gli editori vengono chiamati in causa in due casi: quando vengono pubblicati atti del processo ”non per riassunto” e intercettazioni prima dell’udienza preliminare (art.114 c.p.p.); o quando finiscono sui media contenuti di intercettazioni di cui sia stata vietata la pubblicazione (art.684 c.p. – cioè quelle irrilevanti ai fini delle indagini o che riguardano terze persone). ”E su questa doppia responsabilità – ribadisce Contento – Camera e Senato hanno già detto ‘sì”.

Ma c’è una sorta di ‘vulnus’ al quale la Bongiorno si sarebbe ”attaccata per modificare la norma”: il fatto che al Senato era stato presentato un emendamento che estendeva la responsabilità degli editori, nel caso di pubblicazione di intercettazioni irrilevanti, aumentandone le sanzioni. Lei, sottolinea Contento, ‘approfittando di questo’ ha cambiato in buona sostanza il principio ”confermato dalla doppia conforme”. E cioè, intervenendo sull’entità della sanzione ha poi aggiunto un comma nel quale di fatto ha escluso la responsabilità degli editori per la pubblicazione di atti coperti da segreto (art.114 c.p.p).

”Ma questo – osserva ancora il deputato del Pdl – giuridicamente non si può fare”. ”Siccome la presidenza della commissione, così come la presidenza della Camera sono però organi di garanzia – afferma Costa – siamo fiduciosi del fatto che considereranno ‘inammissibile’ tale emendamento perchè altrimenti si consentirebbe una violazione delle regole parlamentari”.

Da parte dei berlusconiani, comunque, la riflessione sugli emendamenti finiani prosegue, tanto che il ministro della Giustizia è stato a lungo a Palazzo Grazioli, mentre i ‘tecnici’ della Consulta si sono dati appuntamento a lunedì per fare il punto sulle varie proposte di modifica prima che si cominci con il voto in commissione.