Intercettazioni: sette modifiche per far passare la legge, ecco quali

di Alessandro Avico
Pubblicato il 13 Luglio 2010 - 17:38| Aggiornato il 17 Luglio 2011 OLTRE 6 MESI FA

Sette modifiche per accontentare i finiani e convincerli così a votare il ddl intercettazioni. Questa la mossa del Pdl. Le modifiche toccano praticamente tutti i punti sensibili richiamati più volte all’attenzione dal presidente della commissione Giustizia Giulia Bongiorno. Quali sono questi sette cambiamenti e soprattutto quali punti vanno ad intaccare?

1) Proroga: Nel testo licenziato dal Senato si prevedeva un tetto di 75 giorni per intercettare un telefono di un indagato previa autorizzazione del tribunale collegiale. La proroga era possibile di 72 ore in 72 ore. Con il cambiamento proposto dal Pdl le intercettazioni potranno durare 75 giorni prorogabili di 15 in 15 anche fino alla conclusione delle indagini preliminari.

2) Maxi multe agli editori: Nel primo testo del ddl per gli editori erano previste sanzioni pecuniarie che superavano i 450 mila euro per la pubblicazione di intercettazioni destinate alla distruzione. Per i giornalisti che vietano il divieto era prevista una condanna fino a 3 mesi di carcere. Con la modifica del Pdl gli editori saranno responsabili solo per la pubblicazione delle intercettazioni di cui era stata ordinata la distruzione e cioè quelle estranee alle indagini o che riguardano terze persone. Per questo tipo di responsabilità gli editori dovranno pagare ”da cento a trecento quote”, cioè, una sanzione massima di circa 450 mila euro.

3) Ambientali: La legge presentata dal governo prevedeva che non fossero più piazzati microfoni in casa o in auto per registrare le conversazioni degli indagati. Le “cimici” erano consentite solo per un massimo di 3 giorni prorogabili di 3 in 3 con un provvedimento firmato dal giudice. Nella modifica si cambia drasticamente tutto: intercettazioni ambientali consentite non solo nei luoghi dove si sta per commettere un reato ma anche in quelli di pertinenza degli indagati.

4) Reati-spia: Nel ddl non era previsto uno speciale regime per i reati spia, quelli come estorsione, riciclaggio e traffico di rifiuti, che spesso nascondono la mano della mafia. Nella modifica proposta dal Pdl lo speciale regime delle intercettazioni previsto per i reati di mafia e terrorismo viene esteso a tutti i reati di maggior allarme sociale. Non vi rientrano però usura e associazione criminale semplice.

5) Comma D’Addario: Il comma D’Addario prevedeva il carcere dai sei mesi fino ai quattro anni per chi “fraudolentemente effettua riprese o registrazioni di conversazioni a cui partecipa o comunque effettuate in sua presenza”. La modifica a questo comma non cambia sostanzialmente riducendo solo la pena massima dai quattro ai tre anni.

6) Sostituzione del pm: Il ddl prevedeva che il pm che viola il segreto istruttorio o fa dichiarazioni sul procedimento potrà essere rimosso su decisione del capo dell’ufficio. Con la modifica del governo la sostituzione del pm può avvenire solo quando nei suoi confronti sia stata esercitata l’azione penale, non prima.

7) Richiesta tabulati: Nel disegno di legge iniziale le intercettazioni richieste dal pm non avrebbero potuto più essere autorizzate da un solo giudice ma da un collegio di tre giudici con un decreto motivato “quando vi sono gravi indizi di colpevolezza e l’intercettazione è assolutamente indispensabile ai fini della prosecuzione dell’indagine”. Con la modifica a questo punto il Pdl cambia drasticamente la prima “bozza” di procedura ed i tabulati posso essere ottenuti semplicemente dal via libera del Gip anziché dal tribunale in composizione collegiale.