Invalsi, Andrea Ichino: dal ministro Carrozza addio mascherato ai test. Perché?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Dicembre 2013 - 13:38 OLTRE 6 MESI FA
Invalsi, Andrea Ichino: dal ministro Carrozza addio mascherato ai test. Perché?

Il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza con Enrico Letta (LaPresse)

ROMA – Il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza e il governo Letta stanno per archiviare il test Invalsi
(Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione), ma non lo dicono chiaramente, secondo un commento sul Corriere della Sera di Andrea Ichino, fratello di Pietro Ichino e sostenitore della validità di esami “oggettivi” come l’Invalsi.

Perché il ministro Carrozza sta per mandare in soffitta l’Invalsi? Perché, scrive Ichino, nominando i cinque esperti del comitato che dovrà scegliere i candidati alla presidenza dell’Istituto di cui sopra, ha selezionato persone che hanno criticato i test Invalsi.

Argomenta Ichino:

“È lecito immaginare che un comitato con queste posizioni sceglierà un presidente che cambierà radicalmente la faccia dell’Invalsi e porrà fine alle misurazioni standardizzate introdotte negli anni recenti, per passare ad altre forme di valutazione delle scuole sulle quali fino a ora si sono sentite solo idee molto vaghe e confuse. Questa decisione lascia perplessi soprattutto per il metodo con cui è stata presa”.

Secondo Ichino, una scelta così importante non dovrebbe essere “mascherata”, dovrebbe essere posta all’attenzione dell’opinione pubblica e del Parlamento:

Qui è in gioco una questione strategica per la crescita del Paese: ossia come risollevare la scuola italiana. La scelta di questo comitato è indice di un chiaro cambiamento di direzione rispetto a quanto fatto dai governi precedenti di qualsiasi colore, tecnici o politici, di destra o di sinistra. Un cambiamento di questa entità in un settore cruciale come quello della scuola dovrebbe essere reso esplicito dal governo e, data la sua valenza, anche approvato dal Parlamento.

Di certo non dovrebbe essere fatto passare di nascosto, all’insaputa dell’opinione pubblica di cui fanno parte anche molte persone (ahimè troppo silenziose) che vedono nei test Invalsi uno strumento almeno altrettanto utile quanto il termometro che usiamo per misurare la febbre ai nostri figli. Ossia, un indicatore imperfetto (ma relativamente poco costoso rispetto agli altri disponibili) di una possibile patologia che deve poi essere eventualmente studiata e confermata con ulteriori analisi più approfondite”.

Gli argomenti di Ichino a favore dell’Invalsi:

Uno strumento che consente misurazioni confrontabili, cosa impossibile da farsi con i voti dati da docenti diversi, ciascuno con i suoi criteri soggettivi. Una misura di cui ci interessano le variazioni più che i livelli e che nessuno pensa di utilizzare senza tenere nella dovuta considerazione il contesto che ne determina il valore indipendentemente da colpe o meriti di docenti e studenti. Un elemento importante da abbinare ad altri, per costruire l’insieme di informazioni di cui le famiglie hanno bisogno per scegliere quali scuole far frequentare ai loro figli”.

Invece – senza Invalsi – si rischia di finire nella spirale dell’autovalutazione:

“Sarà un caso, ma le posizioni dei membri di questo comitato sono molto vicine a quelle di quei sindacati che da un lato vogliono una scuola pubblica gestita direttamente dallo Stato e dall’altro rifiutano il diritto dello stesso Stato di misurare e valutare i risultati della sua gestione. Sono le posizioni di chi non concepisce la possibilità di scuole pubbliche gestite da soggetti diversi dal ministero della Pubblica istruzione e al tempo stesso vuole per sé la possibilità di «autovalutarsi». In effetti è una soluzione molto comoda per tutti i problemi della scuola italiana: con l’autovalutazione saremo tutti bravissimi“.