Irpef, taglio di 2.4 miliardi alla Sanità. E’ scontro col ministero

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Aprile 2014 - 00:07 OLTRE 6 MESI FA
Irpef, taglio di 2.4 miliardi alla Sanità. E' scontro col ministero

Irpef, taglio di 2.4 miliardi alla Sanità. E’ scontro col ministero

ROMA  – E’ braccio di ferro tra il ministero della Salute e quello dell’Economia sui  tagli al Fondo sanitario nazionale. La trattativa è serrata in vista del Consiglio dei ministri di venerdì. Secondo quanto prevede una delle misure contenute nella bozza, ancora in definizione, del decreto per il taglio dell’Irpef, infatti, i tagli alla sanità sarebbero pari a circa 2,4 miliardi di euro in due anni. Le risorse per finanziare il Servizio Sanitario Nazionale saranno dunque ridotte di 868 milioni quest’anno e 1,5 miliardi dal 2015.

Il taglio per la Sanità sarebbe legato ad una stima previsionale al ribasso del Pil, che dovrebbe comportare un ridimensionamento complessivo della spesa pubblica pari a circa 700 milioni di euro, con ricadute nei singoli settori e voci di spesa. E’ dunque in atto un braccio di ferro con il ministero dell’Economia, poiché i nuovi tagli metterebbero a rischio la definizione del Patto della Salute con le Regioni, oltre che la possibilità di rinnovare i Livelli essenziali di assistenza (Lea), fermi ormai da vari anni.

Duro il giudizio del maggiore sindacato dei medici dirigenti, l’Anaao-Assomd:

”Il decreto legge che sarà approvato domani dal governo porterà, secondo indiscrezioni, un taglio lineare al fondo sanitario nazionale ed una amputazione chirurgica degli stipendi di tutti i professionisti della sanità. Il grido di dolore per quanto accade – afferma il sindacato medico – è rimasto, però, solo sulla bocca dei medici e dei dirigenti sanitari”.

Infatti, è la denuncia dell’Anaao,

”tacciono le Regioni immerse nell’oblio di un patto tradito prima ancora che venisse stipulato. Tacciono le organizzazioni sindacali delle nuove professioni sanitarie, soddisfatte di competenze avanzate e di condizioni di lavoro arretrate. Tacciono gli ordini professionali e le Università che non hanno ancora capito che se si abbassano i nostri stipendi caleranno anche quelli dei medici universitari”.

Critica anche la posizione di Federfarma: i tagli, afferma l’associazione, andrebbero ”in direzione totalmente contraria a quella evoluzione da tutti auspicata. L’ipotesi di nuovi tagli alla spesa farmaceutica convenzionata”, infatti, determinerebbe seri ”danni per il servizio farmaceutico: la spesa farmaceutica convenzionata – conclude Federfarma – a seguito dei tagli apportati in questi anni, oggi è già a livelli inferiori a quelli di 14 anni fa”.