L’Italia dei valori non si scioglie: un tesoretto da 8 milioni resta in cassa

Pubblicato il 8 Aprile 2013 - 14:43| Aggiornato il 23 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’Italia dei Valori non si scioglie, nonostante il deludente risultato elettorale e le faide interne. L’Idv resta partito e forse dipende da quel tesoretto milionario rimasto intatto nelle casse del partito. Il Corriere della Sera ricostruisce il retroscena delle ultime settimane dell’Idv. A partire dalle elezioni-flop di febbraio:

Succede subito dopo quel giorno lì che Silvana Mura, la tesoriera del partito, si mette a tavolino a leccarsi le ferite. E nella bella sede di Santa Maria in Via da buona tesoriera si mette a fare i conti. I conti veri. Facili. E consolanti: nella cassa di Italia di valori ci sono ancora otto milioni in titoli, quattro milioni in contanti e, soprattutto, altri quattro milioni abbondanti che devono entrare nelle casse come rimborsi. Non sono rimasti in molti al partito a potersi dividere quel bottino. E, sarà un caso, ma è da quel momento che si sono cominciate a muovere frenetiche le pedine per battaglie intestine, senza esclusioni di colpi. Si arriva così al 26 marzo. È Silvana Mura che appoggia, e addirittura propone, un documento che nel decretare lo scioglimento dell’Italia dei valori, specifica che si sarebbe chiusa la ragione giuridica e il codice fiscale. Specifica inoltre che tutti i fondi dell’Italia dei valori sarebbero stati trasferiti ad un nuovo soggetto giuridico, il partito nuovo che si voleva costruire, fatto salvo un fondo necessario a far fronte alle querele sporte da Antonio Di Pietro, dell’ordine di alcune centinaia. In ballo, poi, c’è ancora la querela delle querele: quella che Di Pietro deve ancora decidere di sporgere contro la trasmissione di Rai3 Report di Milena Gabanelli. Quel documento viene votato praticamente da tutto l’ufficio di presidenza, fatta salva l’astensione di Di Pietro e quella di Zipponi, seguito da Ignazio Messina. Ma proprio questo è il documento che è stato bocciato ieri dall’esecutivo nazionale, con tanti dell’ufficio di presidenza che hanno cambiato idea. Cosa è successo, nel frattempo. Movimenti politici, certamente. Di Pietro ha radunato a se tutti i suoi, trascinandoli in un nuovo futuro politico. E mandando a dire che se davvero l’Idv avesse chiuso i battenti, i soldi sarebbero stati restituiti allo Stato.