Italicum, Renzi batte ribelli-opposizione. Modifiche spazzate, capilista bloccati

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Gennaio 2015 - 13:05 OLTRE 6 MESI FA
Italicum, Renzi batte Gotor: emendamenti bocciati, capilista bloccati

Italicum, Renzi batte Gotor: emendamenti bocciati, capilista bloccati (foto Ansa)

ROMA – Renzi batte Gotor 1-0, o per meglio dire il Pd renziano (cioè la maggioranza) batte la linea dei dissidenti interni sull’Italicum: i capilista restano bloccati (cioè scelti dal partito e non tramite preferenze). Questo in un primo momento, perché poi il Patto del Nazareno batte tutta l’opposizione: 40mila emendamenti sono stati bocciati con 175 sì, 110 no, 2 astenuti. Quindi la legge elettorale rimane così, come è stata concordata dalla grande alleanza Pd-Forza Italia-centristi. Prima il Senato ha bocciato gli emendamenti all’Italicum bocciati al Senato, quegli emendamenti (proposti appunto da Miguel Gotor) che volevano modificare la legge elettorale renziana in un ibrido che non sarebbe piaciuto agli alleati. Poco dopo, è stato anche approvato il cosiddetto “super canguro” (a firma Stefano Esposito): questa proposta di fatto taglia tutte le altre proposte di modifica contrarie. Quindi i capilista restano bloccati (come piace a Berlusconi), il resto dei candidati votati col sistema delle preferenze.  All’approvazione dell’emendamento Esposito, è esploso il malcontento del Movimento 5 Stelle e della Lega Nord.

Perché è così importante l’Italicum? Perché tutti chiedono il proprio tornaconto e basta solo che un anello della catena si spezzi per far saltare tutto. Proviamo a spiegare: per avere gli accordi necessari, la riforma elettorale deve dare: ad Alfano, Vendola e compagnia bella la soglia bassa del 3%, a Berlusconi i capilista, a Renzi stesso e alla governabilità il ballottaggio. Se smonti uno di questi 3 punti, cascano tutti e 3. Se cade la legge elettorale, cade l’accordo per l’elezione del presidente della Repubblica. Perché a quel punto gli accordi a larghe intesa verrebbero meno. Ma finora tutto precede come previsto dal premier.