Alfano, riforme drastiche contro la magistratura. Riscopre l’immunità parlamentare

Pubblicato il 9 Ottobre 2009 - 09:39 OLTRE 6 MESI FA

Angelino Alfano spinge l’acceleratore sulle riforme della giustizia negando intenzioni ritorsive o punitive dopo la bocciatura del lodo Alfano: «In realtà noi stiamo tenendo il punto, coerentemente, sulle cose che abbiamo sempre detto. Per noi non cambia nulla. Il processo civile e le leggi antimafia  sono due gol fatti già nel primo anno di governo e vedrete che entro la prossima estate altre riforme importanti saranno nel nostro carniere», assicura il Guardasigilli in un’intervista al “Corriere della Sera”.

Il ministro della Giustizia punta dritto alla Costituzione per introdurre la separazione degli ordini. «L’obiettivo che ci siamo prefissati è quello di arrivare a una reale distinzione tra gli avvocati difensori e gli avvocati dell’accusa».

Ciò implica  metter mano al Csm: «È difficile immaginare ordini professionali separati mantenendo l’attuale Consiglio superiore della magistratura».

Peraltro, il ministro ne è convinto, «c’è il tempo per fare la riforma costituzionale in materia di giustizia». Ma Alfano non esclude nemmeno un ritorno all’immunità parlamentare: «Non è nel programma del governo votato dagli elettori ma è materia che meriterebbe un serio approfondimento con l’opposizione, dopo il congresso del Pd».

Nessun cambiamento, invece, per ciò che riguarda la Consulta: «Qualsiasi cosa noi dicessimo oggi sulla Corte costituzionale sarebbe tacciabile di un collegamento con la sentenza». E nessuna accelerazione sulla norma che vieterebbe l’uso di sentenze passate in giudicato in altri processi: «Noi non immaginiamo lo stralcio di nulla, perché il ddl sulla procedura penale ha una sua organicità», chiarisce Alfano.

Quanto alle intercettazioni, il guardasigilli blinda il ddl:«Non si può abbandonare un testo lungamente discusso alla Camera e varato, a scrutinio segreto, con un risultato che ha dato 20 in pi— rispetto al nostro cartello di maggioranza».