Lampedusa, i clandestini si ribellano. In fiamme il Centro del ministro “cattivo”

Pubblicato il 18 Febbraio 2009 - 17:24| Aggiornato il 2 Marzo 2009 OLTRE 6 MESI FA

Un “Centro di Identificazione ed espulsione” molto “cattivo” secondo definizione e disposizione ministeriale ha prodotto rivolta, incendio e feriti. A Lampedusa sono in fiamme gli edifici dove sono di fatto reclusi circa 900 clandestini, un numero imprecisato di poliziotti e di civili è intossicato dalle esalazioni, più di un ribelle, forse decine, sono in fuga sull’isola. Il sindaco parla di “lager” che non poteva non esplodere.

La vicenda comincia con la ferma decisione del ministro Maroni di tener bloccati nell’isola i clandestini che vi sbarcano. Bloccati, anche se sbarcano a migliaia. Bloccati senza limiti di tempo fino a che non sia possibile un rimpatrio.

Quindi centinaia di persone si trovano di fatto in carcere per il reato di immigrazione clandestina che la legge italiana punisce con un’ammenda pecuniaria. Carcere non si sa per quanto. Carcere all’ammasso. Ora l’ennesima, anche se la più violenta rivolta.