Scandalo Lazio, Alemanno furioso: “Centrodestra da azzerare”

Pubblicato il 23 Settembre 2012 - 20:13 OLTRE 6 MESI FA
Gianni Alemanno (Lapresse)

ROMA – ”Dobbiamo guardarci in faccia e aprire un dibattito serio, non dilatorio. Credo serva un azzeramento totale all’interno del centrodestra. Dobbiamo rifondare una realtà che ha bisogno non solo di valori, che ci sono, o di riferimenti politici ma anche di comportamenti che rendono credibili questi valori di fondo come persone, famiglia, nazione e merito. Non possiamo continuare a vivere di espedienti”. Durissimo il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che dal suo blog commenta lo scandalo dei fondi Pdl in Regione Lazio. Ma non più di tre giorni fa il sindaco era stato invece tutto dalla parte della presidente Polverini e l’aveva invitata a non dimettersi.

”Contemporaneamente – continua Alemanno in un video pubblicato sul suo blog – bisogna fare un discorso di sistema. Credo che le forze politiche debbano adesso compiere una riforma. Questo momento di crisi e’ il momento delle riforme, come quella del sistema elettorale che riconsegna agli italiani il diritto e la partecipazione a scegliere le persone che devono essere elette”.

”Cosa si aspetta ad attuare un articolo della Costituzione che prevede il riconoscimento giuridico dei partiti? – si chiede il sindaco della Capitale – I partiti devono essere sottoposti a regole chiare da punto di vista dei conti, dei soldi, della partecipazione, della democrazia interna, della selezione della classe dirigente. Lo dice la Costituzione ma non e’ mai stato applicato”. Alemanno nel video invita ”tutto il centrodestra a fare discorsi seri, senza i quali il sistema non sara’ adeguato a gestire l’Italia, a portarla fuori dalla crisi, a renderci credibili nei confronti delle persone. Tutti dobbiamo adesso fare un’analisi profonda e rapida per trovare noi una strada per il centrodestra che cosi’ non puo’ continuare e in generale il sistema per fare poche riforme efficaci che riconsegnano la politica agli italiani”.

L’idea del tutti a casa era venuta ieri al segretario del Pd Lazio, Enrico Gasbarra che aveva chiesto ai consiglieri democratici di dimettersi. Se Renata Polverini ha deciso di non mollare la poltrona e alla fine, nonostante lo scandalo sui fondi sprecati in Regione Lazio, nessun consigliere Pdl si è dimesso (tranne Franco Fiorito e Francesco Battistoni), è il Pd che vuole dare una scossa alla Regione, facendola traballare. Ma l’Udc non ci pensa nemmeno a dargli una mano. I voti dell’Udc sono indispensabili per arrivare a far dimettere tutto il consiglio: “La polemica del Pd mi fa scappare da ridere e da piangere – ha detto il leader del partito, Pierferdinando Casini – Si sono accorti ora che ci sono sperchi?”.

Intanto c’è attesa per l’interrogatorio di lunedì mattina di Franco Fiorito, ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio, già indagato per peculato dalla procura della Repubblica di Roma. Fiorito verrà interrogato a Viterbo dal pm Massimiliano Siddi. In particolare l’ex sindaco di Anagni sarà chiamato a dare spiegazioni sulle fatture depositate alla Pisana per i relativi rimborsi dal consigliere regionale viterbese, poi suo successore, Francesco Battistoni. Fatture che secondo lo stesso Battistoni (per almeno due società con sede a Viterbo, la Panda Cz e la Majakovskij Comunicazioni), sarebbero state falsificate aumentando di decine di volte il loro importo.

Per Fiorito, la governatrice ”Renata Polverini ha fatto bene a non dimettersi, intanto perche’ non e’ direttamente responsabile di queste cose e poi perche’ credo che una persona che governa non possa lasciare la Regione in questa situazione cosi’ difficile”

L’ex capogruppo lo ha detto intervenendo alla trasmissione ‘In onda’ di La7. ”Non ho mai parlato con la Polverini di queste questioni – ha detto ancora – e non posso sapere se lei sapeva o meno. Di sicuro il gruppo della Lista Polverini riceveva le stesse quote. In questi giorni – ha concluso Fiorito – non l’ho sentita perche’ non la voglio disturbare”. Anche lui di diverso avviso nei giorni precedenti aveva accusato la governatrice di essere a conoscenza dei movimenti di fondi, salvo poi ritrattare.