Legge elettorale, Berlusconi batte Beppe Grillo: lui eleggibile, M5s obbligo statuto

di Silvia Cirocchi
Pubblicato il 5 Ottobre 2017 - 17:25 OLTRE 6 MESI FA
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Beppe Grillo e Silvio Berlusconi (Foto Ansa)

Il Movimento Cinque Stelle presenta alla Camera l’emendamento denominato “norma anti-Berlusconi” che prevede l’impossibilità di essere indicato come capo di una forza politica per chi è ineleggibile o incandidabile. E nel caso in cui l’indicazione venga fatta lo stesso la lista venga considerata inammissibile. La situazione appunto in cui si trova il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi.

Un pacchetto di proposte più ampio di modifiche, sempre inerenti il capo della coalizione sono state tutte accantonate. Oggi invece in aula il relatore della legge elettorale, Emanule Fiano del Partito Democratico, nello specifico ha espresso il parere contrario dell’emendamento.

Nel Rosatellum bis sono stati invece confermati i listini corti per i collegi plurinominali e saranno composti da un minimo di due a un massimo di quattro candidati. Quello che i furbi grillini, lo so è un ossimoro, hanno cercato di fare con scarso successo sottobanco in aula alla Camera è stato tentare di far approvare due emendamenti camuffati che tentavano di far evitare al Movimento di Beppe Grillo l’obbligo del deposito dello Statuto presso il ministero dell’Interno.

Proprio così, perché se venisse approvata questa nuova legge elettorale il Movimento Cinque Stelle sarà obbligato a presentarlo. Qualcosa da nascondere? Nel dubbio i pentastellati fanno quello in cui riescono meglio, strillano. E dichiarano: “I cittadini non devono scegliere. Questa è l’unica certezza che questa legge elettorale ci sta restituendo. Oggi sono stati bocciati i nostri emendamenti per la reintroduzione delle preferenze. Una battaglia che portiamo avanti da 10 anni, a partire dalle 350mila firme raccolte al primo VDay. Ma i partiti se ne fregano altamente del diritto dei cittadini a scegliersi i propri rappresentanti, perché devono essere le segreterie a decidere per loro. Questa è la considerazione che i partiti hanno nei confronti degli italiani”.