Letta: “Sul lavoro sgravi già nel 2013. Berlusconi? Non lo temo”

Pubblicato il 5 Giugno 2013 - 22:46 OLTRE 6 MESI FA
Letta: "Sul lavoro sgravi già nel 2013. Berlusconi? non lo temo"

Enrico LEtta (Foto Lapresse)

ROMA – Il lavoro e la disoccupazione al centro dei discorsi e delle intenzioni del presidente del Consiglio, Enrico Letta. Per parlare della crisi del lavoro ha invitato a Roma per il 14 giugno i ministri di Spagna, Germania e Francia. Obiettivo: spingere l’Europa ad un piano per l’occupazione giovanile.

Ma il presidente del Consiglio punta ad arrivare al vertice Ue di fine giugno con i compiti fatti: ”Già nell’esercizio 2013 vogliamo dare un segnale di defiscalizzazione e decontribuzione per le imprese e lo faremo prima del 27 giugno”, assicura il premier che, ad ‘Otto e mezzo’, su La7, sfoggia sicurezza sulla tenuta del governo e afferma di ”non aver paura” dell’effetto delle sentenze di Silvio Berlusconi sul governo.

La previsione, o meglio l’auspicio, del presidente del Consiglio è che il suo governo duri ”quattro anni e 10 mesi’‘. Ma lo show down potrebbe arrivare molto prima, se entro 18 mesi governo e Parlamento non porteranno a termine il cammino delle riforme. Letta ha anche elogiato il nuovo finanziamento ai partiti: “Il 2 per mille inoptato andrà tutto allo Stato e se il provvedimento passerà così si tratterà di ”una rivoluzione di trasparenza positiva” che non frega i cittadini ma gli da la possibilità di finanziare la politica”, ha detto.

”Se non c’è il risultato definitivo ne trarrò le conseguenze”, avverte Letta che ha una road map molto chiara del cammino del governo. Le due priorità restano la lotta alla disoccupazione giovanile che ”è la vera vergogna” e misure come l’Imu e l’Iva, considerato che ”dipendono dalle coperture visto che non stampiamo noi i soldi e non ci sono soldi in più”.

Sui due temi su cui il Pdl minaccia la rottura, il premier assicura che ”troveremo la soluzione migliore”, aprendo ad un intervento per evitare del tutto o solo su alcuni prodotti l’aumento dell’Iva. Così come annuncia ”per i prossimi mesi” un intervento su Equitalia per coniugare ”fedeltà fiscale e interventi ex post con modalità eque”.

Il presidente del Consiglio giudica ”un po’ forte” l’analisi di Silvio Berlusconi sul fatto che il governo di larghe intese è la fine della guerra civile. E tiene ferme ”le differenze forti e marcate” tra Pd e Pdl. Ma sostiene che quest’esperienza ”è molto importante per ricostituire la praticabilità del campo e se faremo un buon lavoro la democrazia italiana tornerà ad essere una democrazia matura”.

Una rivoluzione per il paese dopo 20 anni di guerre frontali così come si è rivoluzionata anche la sua vita: ”E’ finita l’era del motorino ma l’onore di servire il paese vale il sacrificio, spero non troppi per i miei figli che un po’ si lamentano”.

Letta concorda del tutto con la strigliata del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi: servono poche polemiche e più fatti. Per questo il premier punta a separare la vita e l’azione del governo da ”eventi esterni” come le vicende interne dei partiti o quelle giudiziarie di Berlusconi. Che però il premier dice di non temere così come liquida come ”retroscena” gli ultimatum di Berlusconi che si sente perseguitato. L’unico che non capisce è Beppe Grillo che, ad esempio sul ddl sul finanziamento pubblico, ”credo dovrebbe intestarsi questo cambio di clima nel Paese” ed invece attacca.