Licenziamenti e pensioni a 67 anni: l’Ue si fida di Berlusconi, per ora

Pubblicato il 27 Ottobre 2011 - 00:30 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi (foto Lapresse)

ROMA – L’Unione europea ha creduto a Silvio Berlusconi, almeno per ora: la lettera di promesse mandata a Bruxelles è piaciuta ma l’Ue ora ci chiede di fare le riforme veramente e di farle in fretta, secondo un calendario preciso.

Il documento conclusivo del vertice dell’Eurogruppo conterrà l’approvazione dei partner per le misure su cui si è impegnato il governo italiano. Si è firmata una sostanziale tregua tra l’Ue e l’Italia. Ma non è finita qui. I leader europei hanno accettato le misure promesse da Berlusconi ma ora ci terranno sotto stretta osservazione perché le riforme vengano attuate veramente.

Nelle conclusioni dell’Eurogruppo l’Ue accoglie infatti ”con favore i programmi dell’Italia per le riforme strutturali per rafforzare la crescita e per la strategia di consolidamento fiscale” e invita ”la Commissione a presentare una valutazione delle misure e a monitorarne l’attuazione”.

L’Ue chiede anche di ”presentare urgentemente un ambizioso calendario” per le riforme annunciate. Ci dice anche che è necessario migliorare le condizioni per favorire la crescita e ridurre il divario regionale. ”Apprezziamo l’impegno dell’Italia a raggiungere il pareggio di bilancio entro il 2013 e un surplus di bilancio strutturale nel 2014, portando ad una riduzione dell’indebitamento pubblico al 113% del PIL nel 2014, così come – prosegue – la prevista introduzione della regola del pareggio di bilancio nella Costituzione entro la metà del 2012”.

I leader di Eurolandia invitano quindi ”l’Italia a attuare le proposte riforme strutturali per aumentare la competitività riducendo i vincoli burocratici, abolendo le tariffe minime nei servizi professionali e liberalizzando ulteriormente i servizi pubblici e le utilities”.

”Prendiamo nota – proseguono i leader – dell’impegno dell’Italia a riformare la legislazione del lavoro e in particolare le regole e le procedure dei licenziamenti e a rivedere l’attuale frammentato sistema di ammortizzatori sociali entro la fine del 2011, tenendo conto dei limiti delle finanze pubbliche. Prendiamo nota del piano di innalzare l’età pensionabile a 67 anni entro il 2026 e raccomandiamo una rapida definizione dell’iter per raggiungere questo obiettivo”.

”Sosteniamo – si legge sempre nel passaggio dedicato al nostro paese – l’intenzione dell’Italia di rivedere i programmi dei fondi strutturali ridefinendo le priorità dei progetti e concentrandosi sull’istruzione, l’occupazione, l’agenda digitale e le reti infrastrutturali e ferroviarie con l’obiettivo di migliorare le condizioni per favorire la crescita e ridurre il divario regionale”. ”Invitiamo la Commissione a presentare una valutazione dettagliata delle misure e a monitorarne l’attuazione”, e’ la conclusione del passaggio.

Due i cardini della lettera consegnata all’Ue:  licenziamenti più facili, e tutti in pensione a 67 anni entro il 2026.  (Se vuoi leggere il testo integrale della lettera clicca qui).

Ecco le promesse che Berlusconi ha fatto all’Europa. Dal 2012 licenziamenti piu’ facili a causa della crisi; dal 2026 donne e uomini in pensione a 67 anni; entro il 30/11/2011 piano per le dismissioni del patrimonio pubblico con un introito, in tre anni, di 5 miliardi; stretta sui contratti parasubordinati; mobilita’ obbligatoria nella pubblica amministrazione; entro il 31/1/12 via libera alla delega fiscale: sono questi alcuni degli ‘impegni’ messi nero su bianco dal governo italiano nella lettera d’intenti fatta avere questa sera, dopo laboriose limature, ai vertici europei di Bruxelles. La strategia per la crescita e lo sviluppo dell’Italia, in funzione anti-crisi e anti-contagio e’ condensata in quindici pagine divise in capitoletti e contiene riforme strutturali deflagranti come ad esempio l’addio alla certezza del posto fisso a vita. Il governo italiano indica una tabella di marcia: entro il 15 novembre il piano di crescita.

Inoltre sono 4 le direttrici, nei prossimi 8 mesi, su cui il governo intende operare: – Entro 2 mesi, la rimozione di vincoli e restrizioni alla concorrenza e all’attivita’ economica, cosi’ da consentire, in particolare nei servizi, livelli produttivi maggiori e costi e prezzi inferiori;

– Entro 4 mesi, la definizione di un contesto istituzionale, amministrativo e regolatorio che favorisca il dinamismo delle imprese;

– Entro 6 mesi, l’adozione di misure che favoriscano l’accumulazione di capitale fisico e di capitale umano e ne accrescano l’efficacia;

– Entro 8 mesi, il completamento delle riforme del mercato del lavoro, per superarne il dualismo e favorire una maggiore partecipazione.

– LICENZIAMENTI Entro maggio 2012 l’esecutivo approvera’ una riforma della legislazione del lavoro a) funzionale alla maggiore propensione ad assumere e alle esigenze di efficienza dell’impresa anche attraverso una nuova regolazione dei licenziamenti per motivi economici nei contratti di lavoro a tempo indeterminato; b) piu’ stringenti condizioni nell’uso dei ‘contratti para-subordinati’ dato che tali contratti sono spesso utilizzati per lavoratori formalmente qualificati come indipendenti ma sostanzialmente impiegati in una posizione di lavoro subordinato;

– PENSIONI Nella attuale legislatura la normativa previdenziale e’ stata oggetto di ripetuti interventi che hanno reso a regime il sistema pensionistico italiano tra i piu’ sostenibili in Europa e tra i piu’ capaci di assorbire eventuali choc negativi. Grazie al meccanismo di aggancio dell’eta’ pensionabile alla speranza di vita introdotto nel 2010, il Governo italiano prevede che il requisito anagrafico per il pensionamento sara’ pari ad almeno 67 anni per uomini e donne nel 2026. Sono gia’ stati rivisti i requisiti necessari per l’accesso al pensionamento di anzianita’. Tali requisiti aumenteranno gradualmente fino ad arrivare a regime a partire dal 2013. Questi requisiti sono in ogni caso agganciati in aumento all’evoluzione della speranza di vita.

– DISMISSIONI Entro il 30 novembre 2011, il Governo definira’ un piano di dismissioni e valorizzazioni del patrimonio pubblico che prevede almeno 5 miliardi di proventi all’anno nel prossimo triennio. Previo accordo con la Conferenza Stato-Regioni, gli enti territoriali dovranno definire con la massima urgenza un programma di privatizzazione delle aziende da essi controllate. I proventi verranno utilizzati per ridurre il debito o realizzare progetti di investimento locali. (Entro il 31 dicembre 2011, il governo affidera’ l’elaborazione del piano ad una commissione ristretta).

– ZONE SPERIMENTALI A BUROCRAZIA ZERO Il Governo incentiva la costituzione di ‘zone a burocrazia zero’ in tutto il territorio nazionale in via sperimentale per tutto il 2013, anche attraverso la creazione dell’Ufficio Locale dei Governi quale autorita’ unica amministrativa che coinvolgera’ i livelli locali di governo in passato esclusi.

– MOBILITA’ NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Il governo interverra’ nella Pubblica amministrazione e rendera’ effettivi ”con meccanismi cogenti/sanzionatori: la mobilita’ obbligatoria del personale; la messa a disposizione (Cassa integrazione) con conseguente riduzione salariale e del personale; superamento delle dotazioni organiche.

– VIA LIBERA A DELEGA FISCALE Il provvedimento di iniziativa governativa e’ gia’ all’esame del Parlamento e sara’ approvato, entro il 31 gennaio 2012, quindi con tempi compatibili all’emanazione dei provvedimenti delegati entro il 2012.

– RIFORMA COSTITUZIONALE,PRIMO OK ENTRO 6/12 MESI Il Governo italiano e’ impegnato in un processo di complessiva riforma costituzionale che riguarda tanto l’assetto costituzionale dei poteri, quanto la cornice normativa volta a promuovere le condizioni di sviluppo del mercato e una disciplina piu’ rigorosa delle finanze pubbliche. Pur nella complessita’ del processo di revisione costituzionale l’Italia intende approvare la prima lettura entro i prossimi 6/12 mesi.