Luca di Montezemolo, lettera al Corriere: “No elezioni, taglio al cuneo fiscale”

di redazione Blitz
Pubblicato il 24 Settembre 2013 - 09:32 OLTRE 6 MESI FA
Luca Cordero di Montezemolo

Luca Cordero di Montezemolo

ROMA – Taglio del cuneo fiscale, ovvero il costo del lavoro. Taglio dell’Irap. Semplificazioni, liberalizzazioni e tagli non lineari alla spesa pubblica. E’ la “ricetta Montezemolo“, come spiega l’imprenditore stesso in una lettera al Corriere della Sera. Una ricetta che parte da un rilancio del governo e non da “inutili” elezioni.

Basta con la ”politica dei rattoppi”, l’unica via d’uscita al ”rischio paralisi” è ”un piano straordinario e di ampio respiro” che ”parta dall’unico vero obiettivo in grado di salvare il Paese, far ripartire la crescita attraverso uno shock di competitività”. Lo scrive Luca Cordero di Montezemolo sottolineando che il Paese è tornato ”al copione della Seconda Repubblica”, ovvero ”in vista della legge di Stabilità, destra e sinistra si dividono su ogni cosa, tranne sulla difesa di Province, finanziamento pubblico ai partiti, legge elettorale e una generica richiesta di allentare i cordoni della borsa”.

”Le uniche vie d’uscita – osserva – sono dunque una nuova, inutile, stagione elettorale dagli esiti incerti e potenzialmente disastrosi, o un rilancio dell’azione dell’ Esecutivo che spazzi via alibi e condizionamenti”. È quest’ ultima la strada che l’imprenditore chiede di imboccare, in particolare mettendo in campo ”risorse consistenti per gli investimenti e soprattutto per diminuire le tasse su imprese e lavoro”. Per Montezemolo ”occorre operare un taglio del cuneo fiscale e dell’Irap per 20 miliardi di euro. Insieme alle residue coperture da reperire per i provvedimenti già varati dal governo, questo vuol dire aumentare il deficit di circa un punto e mezzo di Pil. Il rientro di questo deficit in eccesso dovrà essere assicurato da tagli di spesa, non lineari, a regime in quattro anni e dalla maggior crescita che dovrebbe derivare dall’ abbassamento delle tasse”. Da prevedere poi ”l’emanazione di un decreto legge su concorrenza, liberalizzazioni, semplificazioni e mercato del lavoro, e il trasferimento immediato in un veicolo ad hoc di tutti i beni e le partecipazioni pubbliche (locali e nazionali) da dismettere”.